La Toscana resterà probabilmente arancione per più di due settimane. E’ quanto previsto nel report dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) della Regione Toscana.
«È probabile – spiega Ars – che l’allentamento delle limitazioni e il riavvio di diverse attività abbiano sostenuto la ripresa dei contagi, anche se è difficile individuare un singolo ambito che possa da solo aver determinato il trend osservato». In particolare, si precisa nel report, «aumentano i casi positivi che mostrano sintomi, anche lievi». Un dato che secondo gli esperti di Ars «preoccupa maggiormente per il calcolo dell’Rt, che è effettuato solo sui dati dei casi sintomatici». Per questo motivo, si sottolinea nel report, «la permanenza in zona arancione potrebbe non essere confinata solo a due settimane».
Negli ultimi 20 giorni, sempre secondo il report settimanale dell’Agenzia regionale di sanità (Ars), i casi di Coronavirus in Toscana hanno avuto «incrementi medi del 18% da una settimana all’altra» ma non c’è stata «un’impennata repentina simile a quella osservata a inizio autunno» e l’incidenza dei nuovi positivi, sebbene in crescita, resta più bassa della media nazionale, con «124 casi ogni 100mila abitanti contro i 143 per 100mila della media italiana nella settimana dal 5 all’11 febbraio».
Il trend di crescita dei casi, sottolinea sempre Ars, è generalizzato a tutte le fasce di età. Quello dei grandi anziani, persone con età uguale o superiore a 85 anni, si mantiene stabile o in leggera discesa rispetto alle settimane precedenti. A questo, si spiega nel report, potrebbe aver contribuito la campagna di vaccinazione nelle Rsa appena terminata.
Pistoia provincia più colpita da aumento di casi
La più colpita dall’incremento dei contagi è la provincia di Pistoia (198 casi ogni 100mila abitanti nell’ultima settimana), seguita da quella di Massa Carrara (178 casi ogni 100mila abitanti). «Pressoché invariato» nell’ultima settimana l’impatto dell’epidemia sui servizi ospedalieri. «Al 12 febbraio – si legge sempre nel report – risultano 811 le persone ricoverate, di cui 126 in terapia intensiva (erano state 298 al picco massimo)». La percentuale di posti letto occupati in terapia intensiva è del 22,9%, al di sotto della soglia del 30% fissata dal ministero della salute. Infine la mortalità regionale per Covid-19 si mantiene sostanzialmente stabile nelle ultime settimane, al di sotto della media nazionale.