Doveva essere uno dei tanti momenti di discussione tra studenti decisi a confrontarsi sulle vicende politiche degli Stati Uniti, Trump, l’assalto a Capitol Hill e sull’importanza dei social e della loro censura.

E invece, qualcuno, quell’assemblea di istituto dei Licei Poliziani di Montepulciano (Siena) in tempo di didattica a distanza e andata in onda su YouTube, ha provato a trasformarla in un vero e proprio trionfo dell’insulto, della maleducazione e della blasfemia.

Protagonisti dell’ennesimo episodio di degenerazione nell’utilizzo dei social alcuni ‘infiltrati’ che trincerati dietro pseudonimi improbabili, ad assemblea in corso, hanno inondato la chat della stanza – aperta a tutti e non solo agli studenti – con bestemmie, frasi omofobe e inneggianti al nazifascismo e al Duce.

Una situazione a cui ha assistito sbigottito il dirigente scolastico Marco Mosconi che ha fatto immediatamente chiudere la chat richiamando gli autori alle loro eventuali responsabilità e facendo proseguire il confronto tra gli studenti in una stanza virtuale ‘chiusa’. “L’assemblea d’istituto è un diritto degli studenti e rimane ancora oggi un prezioso strumento della scuola affidato ai giovani studenti in funzione della loro formazione – ha detto il dirigente – Purtroppo ho potuto constatare e vedere personalmente che non tutti coloro che si sono collegati hanno avuto un comportamento corretto. C’è chi ha usato un linguaggio ai limiti della decenza e sono state scritte frase ed espressioni blasfeme. Attualmente la blasfemia è considerato illecito amministrativo e punibile con una sanzione e a scuola anche con la sospensione. Dispiaciuto, posso solo augurarmi che coloro che hanno ‘disturbato’ non fossero studenti dei Licei Poliziani. Nei nostri istituti non abbiamo mai avuto episodi di questo genere- ha precisato Mosconi – e ci tengo a specificare che i nostri studenti hanno sempre tenuto comportamenti adeguati e rispettosi. Purtroppo si è trattato di una ‘ragazzata’ ma dietro l’anonimato può celarsi chiunque. Le prossime assemblee si svolgeranno solo con sistemi di registrazione e accesso controllato”.

Una pratica, quella di affidare alla rete questi tipi di messaggi, sempre più diffusa tra i più giovani come dimostrano le recenti inchieste sulle chat degli orrori che hanno interessato nei mesi scorsi ragazzi di tutta Italia.

The Shoah party. Pedopornografia e razzismo in chat di ragazzi, 25 indagati. L’inchiesta partita da Siena | agenziaimpress.it