“Ora sono una laureanda, molto matura e commossa”. Così la senatrice a vita Liliana Segre, in diretta streaming, ha ricevuto il conferimento della laurea honoris causa in Scienze della pace dell’Università di Pisa.

La consegna virtuale del diploma è avvenuta nel corso di una cerimonia organizzata dall’Ateneo nell’auditorium del polo didattico ‘San Rossore 1938’. “Il nome di questo Polo è evocativo come pochi – ha detto Segre – perché ricorda il 1938, le leggi razziali e la tenuta di San Rossore, che sono andata a visitare, dove il re Vittorio Emanuele III firmò il regio decreto che promulgava quell’immondo articolato. Troppi furono coloro che accettarono quelle leggi e ne approfittarono sul piano professionale ed economico, abbandonando a un destino di disperazione e morte migliaia di loro connazionali”.

Rivolgendosi al rettore Paolo Mancarella, Liliana Segre ha riportato alla memoria “la cerimonia del Ricordo e delle Scuse promossa dall’Ateneo nel 2018 in cui l’accademia italiana chiedeva scusa a docenti e studenti ebrei espulsi da università e scuole italiane, e lei, rettore, ricordò che ci sono vite che a partire da questo luogo sono state sospese, stravolte, distrutte, e la mia è una di quelle vite: sono l’ultima testimone di quella caduta agli inferi, perché ero una bambina di otto anni quando ascoltai dalla voce dei miei cari, spariti nel vento della Shoah, che ero stata espulsa dalla scuola. E da allora niente è stato più come prima e Auschwitz fu l’orrore finale”.

“Un saluto caloroso, a nome di tutta la città di Pisa, alla nostra concittadina – ha detto il Sindaco di Pisa Michele Conti intervenendo – Per il sottoscritto è stato un grande piacere e un onore, nel dicembre 2019, proporre il suo nominativo al Consiglio Comunale di Pisa per il conferimento del titolo onorifico così come fu un orgoglio constatare come la nostra assemblea si espresse positivamente all’unanimità, senza distinzioni tra i differenti schieramenti politici presenti.

Mi piace ricordare in questa sede come questo riconoscimento la nostra città lo avesse già assegnato in passato anche alle sorelle Tatiana e Andra Bucci – ha concluso Conti – segno evidente di sensibilità e rispetto che Pisa dimostra da tempo verso i testimoni di quella pagina tragica che fu la Shoah e del dovere che compete alle istituzioni pubbliche di trasferire alle giovani generazioni la memoria di quel che accadde”.