Il numero degli spiaggiamenti di cetacei registrati in Toscana negli ultimi tre mesi del 2020 è leggermente più alto rispetto allo stesso periodo degli ultimi anni, ma solo per sei-sette casi si può ipotizzare una probabile patologia, escludendo comunque il morbillivirus dei delfini.

Così l’Arpat per cui è “prematuro parlare di una vera e propria moria”. Le analisi virologiche dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Lazio e Toscana, nella sede di Pisa hanno dato esito negativo per la presenza di Morbillivirus e Brucella negli animali analizzati, ma risultano comunque ancora in corso ulteriori approfondimenti di tipo batteriologico, istologico, virologico e tossicologico.

Dall’inizio di ottobre fino al 31 dicembre 2020 si sono registrati 18 casi di spiaggiamenti di cetacei lungo le coste Toscane, 12 appartenenti alla specie stenella striata, cinque al tursiope e un esemplare è rimasto indeterminato a causa del pessimo stato di conservazione. Dall’inizio di gennaio, le cattive condizioni meteo hanno favorito lo spiaggiamento di tre esemplari in soli due giorni, per un totale di quattro cetacei spiaggiati, tre all’Isola d’Elba e uno a Piombino (Livorno).