È appena nato e fa già parlare di sé. È il nuovo Museo dell’Arte della Lana che nasce dai ruderi del famoso Lanificio di Stia, restaurato e riportato agli antichi splendori dopo decenni di abbandono, per dar vita ad un centro museale creato appositamente per diffondere quella cultura tessile propria del Casentino. Oggi l’edificio, vero e proprio pezzo di storia toscana, considerato un sito di archeologia industriale, riapre i battenti non più come luogo di produzione, ma come luogo della memoria di usi, costumi e tradizioni del territorio. Il nuovo Museo dell’Arte della Lana racconta la storia della produzione laniera, motore secolare dello sviluppo e della crescita di Stia. Dalla metà dell’800 fino alla metà degli anni ’50 del ‘900 il suono della campana e il fischio della sirena scandivano il tempo non solo per i lavoratori, ma per tutti gli abitanti del paese. Finché la sirena ha continuato ad echeggiare nella valle, è stata garanzia del lavoro sicuro per gli abitanti di Stia e degli altri paesi del Casentino.
Il restauro Grazie all’opera dei proprietari e all’istituzione della Fondazione “Luigi e Simonetta Lombard”, il Lanificio di Stia, da che era uno dei principali lanifici italiani ha cambiato veste. Diventato un museo, si inserisce in un importante progetto culturale, quello del network museale del Casentino.
Il Museo dell’Arte della Lana La visita del Museo si articola in cinque sezioni: Un’arte antica quanto l’uomo; La natura e le fibre; L’Arte della lana; Le fasi della lavorazione artigianale della lana; Il Lanificio di Stia; La fasi della lavorazione industriale della lana. Il percorso espositivo è una vera e propria esperienza sensoriale, dove si può toccare, annusare, ascoltare, imparare, provando in prima persona la manualità di alcuni gesti propri dell’arte della lana. I visitatori possono ancora riconoscere all’interno delle sale, che ospitavano i cicli produttivi delle lavorazioni tessili, l’odore degli oli per la lubrificazione della lana per la cardatura, quelli intensi dei filati e dei tessuti appena tinti, o quelli metallici e acuti dei macchinari tessili. Un cammino nella storia dell’arte della lana dai primordi della civiltà umana fino alla rivoluzione industriale e all’età d’oro del Lanificio di Stia, raccontato anche con percorsi sonori che ridanno voce ai vari macchinari.
Un museo da toccare Anche il tatto è fondamentale per comprendere pienamente le lavorazioni tessili e le qualità di una stoffa. In collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti sono stati realizzati dei percorsi tattili utilissimi per tutti i visitatori. Anche le attività didattiche sono improntate alla sperimentazione e al tatto, per far conoscere le caratteristiche delle diverse fibre tessili e i principi fisici alla base delle lavorazioni che trasformano la lana in filo e il filo in tessuto.
Una palestra dei sensi Il Lanificio di Stia, da luogo in disuso che era diventato, torna ad essere luogo delle mani, spazio del fare, dove si impara provando. In questo museo di ultima generazione, si abbandona la vecchia concezione di fruizione passiva e si dà il via ad una palestra sensoriale, dove scoprire e riscoprire l’antico mondo della lavorazione della lana.
Musei ed Ecomusei del Casentino: tanti contenitori una sola rete “Musei ed Ecomusei del Casentino” è il progetto di cooperazione che promuove l’offerta culturale di tutta la vallata. Questa rete è il disegno per lo sviluppo integrato delle risorse Museali ed Ecomuseali del Casentino, dal costo di 108 mila euro, appena approvato e finanziato dalla Regione Toscana per la metà. Il progetto, vincitrice del secondo posto in graduatoria regionale, è stato capace di superare altri 28 progetti candidati, e questo grazie alla sua peculiarità: una rete di piccoli musei uniti da uno speciale fil rouge: raccontare e custodire la storia e le tradizioni di un territorio ricco e variegato come il Casentino.
Le strutture interconnesse Museo dell’Arte della Lana di Stia, Ecomusei, Museo Archeologico del Casentino “Piero Albertoni” e Planetario del Parco delle Foreste casentinesi sono legati da una strategia di integrazione delle diverse proposte museali, al fine di migliorarne l’offerta didattica, culturale e turistica. Attraverso la collaborazione tra le diverse realtà si promuove anche una fruizione integrata dei contenuti culturali. «Così come durante il processo della filatura sottili fibre si uniscono per torsione e trazione a formare un unico resistentissimo filo – commenta Andrea Gori, direttore del Museo dell’Arte della Lana – i nostri musei si sono legati nel primo esempio di progetto di rete culturale e turistica in Casentino; unico passo da compiere se si vuole far sopravvivere le realtà come la nostra».
In rete imparare è più facile “Musei ed Ecomusei del Casentino” nasce con una forte vocazione per la didattica. Uno degli obbiettivi dell’offerta didattica è stimolare la fruizione e l’approfondimento di quelle conoscenze legate all’ambiente e alle tradizioni che rischiano di andare perdute. I laboratori sono pensati per ogni età e coinvolgono le scuole di ogni ordine, dall’infanzia alle scuole di secondo grado. Tutte le scuole sono unite anche da un obbiettivo comune: il Progetto Colore che verrà presentato agli insegnanti insieme agli altri progetti in un Educational Day l’11 ottobre.