Con una mozione unanime delle forze politiche, il Consiglio regionale della Toscana ha espresso contrarietà ai rifiuti nucleari in Val d’Orcia e a Campagnatico (Gr).
Il documento impegna la Regione ad attivarsi per presentare le osservazioni di diniego nella fase di consultazione che verrà avviata da Sogin, la società che per conto del Governo è stata chiamata a realizzare questi impianti.
La consigliera regionale Elena Rosignoli del Partito democratico ha dichiarato di essere soddisfatta “per il fatto che rispetto a un tema che tratta il bene comune, la politica regionale sia riuscita a trovare unità di vedute e intenti”. Il tema ha visto l’impegno a scongiurare la realizzazione di impianti di stoccaggio di rifiuti nucleari a tutti i livelli amministrativi, con i sindaci delle aree interessate compatti nel respingere le ipotesi toscane. “Probabilmente in Italia ci sono aree che possono ospitare questi rifiuti ma la Toscana investe economicamente molto per il green, perciò non ci vedrei nessuna zona idonea”, afferma Rosignoli.
Le scorie interessate, in parte, provengono dalla ricerca medica, sono a basso e medio impatto di contaminazione ma il loro stoccaggio prevede impianti grandi, con annessi centri di ricerca e messa in sicurezza delle aree. Campagnatico e Pienza Trequanda in Toscana avrebbero le qualità geologiche per ospitare questi rifiuti, ciò spiegherebbe perché dieci anni fa vennero individuate, ma non quelle strutturali.
In sostanza queste aree sarebbero state inserite per allungare una lista che poi sarebbe stata sfoltita, nella consapevolezza che realizzarvi gli impianti sarebbe impossibile per le carenze di genere infrastrutturali necessarie alla tipologia di insediamento. “Non si può dare nulla per scontato – riflette Rosignoli – sui temi ambientali è bene tenere sempre alta la guardia”. Eppure questi rifiuti nucleari da qualche parte bisognerà collocarli. L’Italia è sotto infrazione UE per inadempienza pluridecennale. Tra questi ci sono i rifiuti che per anni sono stati spediti al nord dell’Inghilterra e che ora bisognerà riportare a casa. Trovare siti in Italia non sarà difficile, ci sono centrali dismesse che avrebbero l’interesse ad avere opportunità dalla disattivazione con previsioni di centro ricerche e grandi investimenti, ponendo in sicurezza e riqualificando aree sia sotto il profilo ambientale che sociale (con l’aumento delle opportunità di lavoro) al momento compromesse. “Oggi un Governo rende trasparente questo processo di selezione attraverso una procedura pubblica e democratica – conclude Elena Rosignoli – dove gli amministratori delle aree individuate possono accettare o rifiutare le candidature, come possono esserci autocandidature”. Come in Francia dove le comunità della regione Champagne-Ardenne si sono autocandidate per mettere a disposizione una grande area di stoccaggio di rifiuti nucleari francesi.