Guerrina Piscaglia è scomparsa da Ca' Raffaello il primo maggio 2014

guerrina2 Sono passati più di tre mesi dalla scomparsa di Guerrina Piscaglia, casalinga cinquantenne originaria di Novafeltria (Rimini), residente a Ca’ Raffaello, comune di Badia Tedalda, un’enclave aretina nel riminese. Nel piccolo paese viveva col marito Mirko Alessandrini e il loro figlio Lorenzo, 23 anni, disabile.

La scomparsa il primo maggio  Da allora le uniche tracce di lei sono stati tre sms inviati alla suocera : «sono stanca di questa vita e di mio marito, tornerò a prendere Lorenzo». Però Guerrina a casa non è mai tornata, nemmeno dopo un quarto sms, inviato il 25 luglio all’amica del cuore: «Tu hai parlato male di un uomo di Dio mentre io sono scappata con il mio amoroso».  L’uomo di Dio a cui si riferiva probabilmente è Padre Gratien Alabi, parroco del paese, ad oggi unico iscritto nel registro degli indagati per sequestro di persona. Ma perché proprio il parroco? La vicenda di Guerrina è piena di questioni irrisolte e risvolti inquietanti.

guerrina 1La denuncia del marito Subito dopo la scomparsa, il marito ha sporto denuncia ai Carabinieri, avviando così le indagini. La prima pista seguita è stata quella dell’allontanamento volontario.  Si ipotizzava che la donna se ne fosse andata con un venditore ambulante marocchino, che batteva la zona con una Twingo gialla sfasciata per vendere la sua mercanzia. Infatti, dalla sparizione di Guerrina anche l’ambulante non  si è più visto a Ca’ Raffaello.  «Spero non sia successo niente di irreparabile –  ha specificato subito il marito –  ma certo, se è andata via con qualcuno, in casa non la rivoglio». Le sorelle e la suocera sono sempre state convinte che, se anche Guerrina si fosse allontanata volontariamente, poi sarebbe stata trattenuta con la forza perché è inspiegabile il suo silenzio e questo distacco da Lorenzo, il figlio disabile che adora, e dal quale non si è mai allontanata un giorno da quando è nato. In dubbio anche la veridicità degli sms, partiti sì dal cellulare di Guerrina ma forse non scritti da lei.

Il prete congolese Col passare del tempo  il caso si infittisce, troppe le vicende sospette. Dopo le ricerche senza esito effettuate a fine agosto nei boschi dell’alta Valmarecchia con elicottero e i cani dei Carabinieri del Ris, spunta un nuovo personaggio chiave: il parroco del paese. Padre Gratien Alabi, congolese di 45 anni, parroco di Ca’ Raffaello che era in stretti rapporti con la famiglia Alessandrini e soprattutto con  la scomparsa Guerrina. La natura dei rapporti tra i due ancora è da chiarire, ma le voci in paese correvano, e non era passato inosservato agli occhi delle donne della parrocchia la loro familiarità.  «Aiutavo il figlio Lorenzo ad imparare ad usare il computer, sono un amico di famiglia», questo aveva dichiarato il frate.  Intanto la procura il 28 agosto scorso ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza il sequestro di persona. Sono poi scesi in campo i Ris di Roma che hanno ispezionato la casa della donna e la canonica, alla ricerca di tracce umane e resti di sangue. Sull’esito dell’ispezione i Ris non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Le indagini proseguono con gli interrogatori del marito Mirko Alessandrini e quello di Padre Graten Alabi. Le parole di Padre Alabi non convincono però il Procuratore capo di Arezzo Roberto Rossi e il Sostituto  Marco Dioni, che  dopo 7 ore di  interrogatorio, formalizza nei confronti del frate  la sua iscrizione nel registro degli indagati . «Non dice tutto quello che sa», questo sarebbe il sospetto degli inquirenti.

Gli occhi del paese «il 1° maggio l’ho vista uscire a piedi – racconta un paesano di Guerrina  –  saranno state le dieci di mattina. L’ho salutata gridando ma non mi ha risposto, come se avesse la testa chissà dove». Un’altra donna del paese aggiunge e mormora: «era vestita bene, quasi elegante. Come per un appuntamento». Agli occhi di un borgo non sfugge nulla. «Aveva una gonna lunga beige – continua – stivaletti neri, una piccola borsa a tracolla. Le abbiamo chiesto come andava e ci ha risposto “Male. Non sto bene. Oggi è una brutta giornata”. Era preoccupata ed è stata tanto tempo al cellulare». «Guerrina amava tanto il figlio – confidano le donne del paese – se fosse andata via volontariamente, perché non si è messa in contatto con Lorenzo? E poi, se è scappata perché non ha preso nemmeno una valigia?»

Colpo di scena: la riunione prima della scomparsa. Spunta dal verbale di interrogatorio del marito un incontro sospetto a casa di Guerrina, la sera precedente alla scomparsa: con il frate, l’ambulante  e un terzo uomo. Mirko Alessandrini ha raccontato ai carabinieri che la sera prima della sparizione, casa sua è stata teatro di un incontro strano. C’erano, lui, la moglie, frate Gratien, il misterioso venditore ambulante che si sospetta legato a Guerrina e un altro uomo, che Alessandrini sostiene di non conoscere. Perché si sono incontrati? Di cosa dovevano parlare? Nessuno lo sa, ma la presenza del frate farebbe pensare a “problemi di famiglia”. Ma su quella notte a  Cà Raffaello non si fa che parlare. Che fine ha fatto Guerrina scomparsa 4 mesi fa? Perché i Ris si sono concentrati nella casa, nella canonica e nei boschi intorno a Ca’ Raffaello? Qual è il ruolo del prete nella vicenda? Se Guerrina fosse trattenuta contro la sua volontà? Se fosse stata uccisa? C’è chi ha scomodato anche i veggenti. Si parla di un marchigiano salito fino al paesino di duecento anime per mettersi sulle tracce di Guerrina.

L’appello del marito: «Torna a casa» «Anche se non vuoi più stare con me, non ti preoccupare ma fatti viva per nostro figlio Lorenzo». È questo l’appello  di Mirko Alessandrini alla moglie Guerrina , dopo essere stato sentito domenica 7 settembre dagli inquirenti di Arezzo per oltre 3 ore. C’era con lui il suo avvocato, Francesca Faggiotto, ma l’uomo non ha ricevuto nessun avviso di garanzia.  «Il mio cliente è molto confuso» sostiene l’avvocato , e poi, come ha ripetuto lui stesso agli inquirenti, «segnali che la moglie avesse una altro uomo non ne ha mai avuti». Quanto all’incontro a casa sua la sera prima che la moglie sparisse, il marito se lo ricorda bene. Con lui e Guerrina c’era padre Alabi e stavano bevendo qualcosa, quando la moglie aveva visto passare l’ambulante nordafricano. Era stata lei a volerlo invitare a bere qualcosa con loro, usi e costumi del paese. Lui non era poi così d’accordo, e certo non l’aveva mai visto prima. Cade ancora dalle nuvole quando qualcuno ipotizza che possa essere scappata con lui. Scappata? Lui è sicuro di no.

La novità di oggi: gli sms di Guerrina sono partiti da paese I messaggi sono l’unica traccia che ha lasciato di sé in quattro mesi. Oggi si scopre che questi tre messaggi inviati alla suocera nei quali spiegava di essere stanca del marito e della solita vita e che però sarebbe tornata a prendere il figlio disabile, sono stati spediti tramite la cella che serve il paese nel comune di Badia Tedalda. Questo significa che chiunque li abbia inviati era lì nei paraggi. Ma davvero è stata la stessa Guerrina? Davvero Guerrina tre giorni dopo essere sparita poteva aggirarsi tra le duecento anime di Ca’ Raffaello senza che nessuno la notasse? Fra i paesani e chi indaga cresce lo scetticismo. Se non era lei a maneggiare il telefono, chi lo ha fatto al posto suo? E perché lo avrebbe fatto? Qualcuno si è impadronito del cellulare di Guerrina e lo ha fatto al posto suo? C’è chi le impedisce di muoversi liberamente? O si possono ipotizzare scenari peggiori?

4 mila i contatti telefonici col frate Dalle indagini  effettuate sui tabulati telefonici emergono circa 4 mila telefonate ed sms tra Guerrina e il frate, nei mesi precedenti la sparizione. Che rapporto correva tra i due? Il prete è o non è coinvolto nel giallo di Ca’ Raffaello? Di certo, secondo chi indaga, sa molto più di quanto dice. Ma quanto? Stasera, intanto, anche la trasmissione di Rai Tre “Chi l’ha visto?” si occuperà del caso alla ricerca di nuovi e utili indizi che possano risolvere il giallo della sparizione di Guerrina Piscaglia.

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