Ncc e bus non di linea in stato di agitazione e pronti ad azioni anche più incisive per farsi ascoltare. «Ancora una volta il settore del trasporto pubblico non di linea è rimasto fuori da iniziative che potrebbero almeno scongiurare in parte il tracollo di circa 60mila imprese che operano in questo settore», spiega Stefano Giusti, segretario di Azione Ncc. Le associazioni che rappresentano bus, vetture e natanti con conducente hanno scritto una lettera al Governo, all’Anci e alle Regioni dando 5 giorni di tempo per attivare la procedura di raffreddamento e conciliazione delle controversie. Altrimenti il 28 ottobre sarà indetta una manifestazione nazionale.
Fermi da 8 mesi e fatturato azzerato I mezzi con conducente a causa della pandemia sono fermi da 8 mesi con fatturato azzerato, ma sono rimasti esclusi da ogni provvedimento preso dal Governo. In più, la loro proposta di affiancare i mezzi di trasporto pubblico locale per aumentare le corse e alleggerire il numero dei passeggeri nelle ore di punta, garantendo distanziamento e sicurezza sanitaria, è rimasta inascoltata. «L’aiuto che tali operatori potrebbero dare avrebbe effetti positivi. Sicuramente una maggior sicurezza nella mobilità, perché troppo spesso siamo costretti a vedere scene indecorose che mettono a repentaglio la salute dei cittadini ed in particolar modo degli studenti. Sarebbe poi un minimo cenno di ripartenza per quelle aziende che hanno decine di veicoli fermi da 8 mesi senza la possibilità di immaginare una ripartenza», spiega Giusti. Le misure adottate dal Governo per contrastare la pandemia sanitaria hanno prodotto la totale cancellazione delle prenotazioni delle gite scolastiche, congressi, viaggi culturali, escursioni crocieristiche, togliendo di fatto agli Ncc (che rientrano nei trasporti, ma hanno la peculiarità di dipendere dai flussi turistici) i passeggeri. Tuttavia il servizio che offrono non è mai stato bloccato, da nessun decreto, perché considerato tra quelli essenziali. Azione Ncc e le altre associazioni di categoria “più volte hanno inviato al Governo richieste di aiuti per la grave situazione creatasi, invocando provvedimenti che avrebbero potuto in qualche modo salvare imprenditori e dipendenti dal baratro. Le richieste purtroppo non hanno mai avuto un riscontro e non hanno nemmeno prodotto nessun incontro”, è scritto nella lettera inviata alle istituzioni. Ma non è stato previsto però nessun sostegno a fondo perduto, nessun bonus, solo la proroga di qualche mese dei pagamenti di leasing, tasse, mutui, contributi.