Foto Pagina Fb Francesco Ferrari

E’ arrivata nel porto di Piombino (Livorno) una task force della Marina Militare che, coordinata dalla Protezione Civile, inizierà le operazioni per la ricerca e il recupero, nel golfo di Follonica (Grosseto) delle ecoballe disperse 5 anni fa dalla motonave Ivy nel mare toscano. Il dispositivo, spiega una nota, prevede l’intervento di un team di palombari del Gruppo operativo subacquei (Gos) del comando subacquei e incursori (Comsubin), di tre unità navali specializzate – nave Tedeschi, Rimini e Caprera – del Comando in capo della squadra navale (Cincnav) e dell’Ufficio circondariale marittimo di Piombino.

Lavoro di squadra «L’abbiamo promesso e l’abbiamo fatto. Abbiamo lavorato in questi ultimi due anni con la Guardia Costiera, il Reparto ambientale marino e, grazie alla dedizione dell’ammiraglio Aurelio Caligiore, siamo riusciti a mappare e individuare le ecoballe, che giacciono sui fondali dal 2015. Il Governo ha votato a fine luglio lo stato di emergenza: abbiamo sei mesi di tempo per salvare le nostre coste e il mare. Insieme, con la Protezione Civile, ce la faremo». Così il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che sabato parteciperà alle operazioni di recupero delle ecoballe nel golfo di Follonica, Le attività, al via subito, prevedono «l’impiego delle capacità di scoperta subacquea del cacciamine Rimini» per fornire ai palombari del Gos «la precisa posizione di ciascuna ecoballa, al fine di consentirne il recupero attraverso una particolare procedura finalizzata a limitare al massimo la dispersione di materiale». Una volta in superficie «le ecoballe verranno imbarcate su nave Caprera» per essere poi consegnate all’impresa che le smaltirà. La Guardia costiera garantirà «la necessaria cornice di sicurezza della navigazione in area di operazioni con l’impiego di proprie unità navali». Due le fasi d’intervento dell’attività subacquea: la prima, a meno di 60 metri, prevede immersioni in libera dei palombari del Gos col supporto di nave Tedeschi che avrà a bordo una camera di decompressione. La seconda fase si svolgerà in fondali superiori ai 60 metri di profondità grazie all’ausilio di nave Anteo. «L’operazione in atto – conclude la nota – costituisce l’ulteriore esempio della proficua collaborazione del dicastero della Difesa con il dipartimento della Protezione civile al servizio della comunità».