Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi è indagato a Firenze per la gara regionale per il tpl, bando da 4 miliardi per 11 anni. Accuse «infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori» scrive Rossi oggi su Fb, facendo riferimento all’esposto «fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara” e che mette “sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità».

La gara per il trasporto pubblico su gomma è stata vinta da Autolinee Toscane (gruppo francese Ratp), battuta Mobit, consorzio di imprese toscane. Con Rossi 7 gli indagati. Le accuse ipotizzate a vario titolo falso, abuso di ufficio, turbativa d’asta, induzione a promettere o dare utilita’. L’avviso di garanzia a Rossi, così la stampa, è stato notificato ieri in vista della consulenza sul materiale sequestrato in Regione e presso At. «A volte, ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti – scrive Rossi -. Mi era già accaduto per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali». Ora l’esposto della «cordata di imprese che ha perso la gara» per il Tpl, un «ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure» dopo aver «strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi», l’ultimo, ricorda Rossi, pochi giorni fa quando il Consiglio di Stato non ha sospeso l’affidamento della gara, «facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio».

Diffusione della notizia in anticipo «Per quanto mi riguarda l’accusa è aver rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale». Ma chi ha fatto l’esposto «nasconde il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio» e riportata dalla stampa; «La seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato». Per Rossi «la cosa più vergognosa e triste di questa vicenda è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio» di Tpl «provocando un danno alle casse regionale di due milioni di euro per ogni mese e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi».