“L’identità, l’immagine di Siena in Italia e nel mondo, e dunque la sua complessiva attrattività, è legata inscindibilmente alla sua storia, ai saperi e alla cultura di cui è da sempre portatrice e che proietta ovunque, anche attraverso la sua unicità estetica, architettonica e sociale. Anche i fattori economici dipendenti dalla cultura costituiscono, per la nostra città e per il suo territorio, una primaria fonte di sviluppo e lavoro”. Ad affermarlo, con una nota, il coordinamento provinciale di ArticoloUNO Siena.
“Nei giorni scorsi si sono moltiplicati gli appelli – tra questi in particolare il manifesto sottoscritto da ben 17 associazioni locali – rivolti all’attuale amministrazione affinché, proprio in questa complessa fase di ripartenza, che vede messa in ginocchio la gran parte dei settori economici della nostra comunità, si punti con forza su uno dei motori più importanti che ci caratterizzano: quello, appunto, della cultura – prosegue il coordinamento – Purtroppo, non vediamo alcun segnale incoraggiante in questa direzione da parte dell’attuale Amministrazione di Siena che, ad oggi, segna l’assenza di un assessore dedicato alla cultura, di una direzione scientifica e manageriale del Santa Maria della Scala, l’uscita improvvida dalla Fondazione Musei Senesi, la mancanza di una progettualità strategica generale sulla cultura e finanche di una programmazione a breve termine che dia respiro alla città grazie al grande contributo che, in questo momento, possono dare le tante associazioni culturali della città”.
“A nostro avviso – conclude la nota – occorre invece un piano strategico che metta insieme, anche attraverso un Fondo per la cultura sostenibile, il tema delle risorse per il sostegno a tutti i soggetti collettivi che producono cultura a Siena a quello della pianificazione a lungo termine di un grande distretto culturale con al centro le competenze scientifiche – ricerca, didattica e formazione –, i grandi spazi di riferimento internazionale come il Santa Maria della Scala – oggi ancora privo di una vera direzione e progettazione che non si limiti al suo uso di spazio espositivo secondo uno schema vecchio, secondario e non attrattivo – e le sinergie con Università e altre istituzioni del territorio”.