«Ci auguriamo che le misure drastiche annunciate dal sindaco di Firenze Dario Nardella sull’ipotesi di spegnere i lampioni per risparmiare sul bilancio non siano attuate, ma una cosa è certa: la nostra città è sull’orlo del baratro e non può essere lasciata sola. E’ bene quindi lanciare un messaggio chiaro al Governo. Per questo motivo, sulla scia della provocazione del sindaco, proponiamo al Comune di Firenze, a tutti i cittadini, associazioni, stakeholder della nostra città di rimanere al buio per un’ora e far capire in modo netto quale tetro spettacolo ci appare all’orizzonte se non ci saranno interventi immediati e concreti». Con queste parole Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Firenze lancia l’iniziativa #SpegniamoFirenze in cui si appella al sindaco e ai fiorentini per programmare una manifestazione in cui la città resti al buio per un’ora.
Auspicio coinvolgimento tutte città italiane «Sarebbe bello se fossero coinvolte tutte le città d’Italia – continua Sorani – perché questo è il buio in cui si trovano le nostre imprese, è il buio informativo per la totale disattenzione del Governo nel fornire indicazioni chiare, è il buio che ci aspetta se la situazione non cambia. E’ fondamentale far ripartire i fondi per i Comuni ed è altrettanto necessario che questi vengano poi utilizzati anche per aiutare gli artigiani del territorio». «Sia il Comune a indicarci una data e un orario – spiega Sorani – e noi lavoreremo perché questa iniziativa abbia larga partecipazione e adesione. Purtroppo era cosa nota a tutti che il nostro tessuto economico si basasse in percentuale elevata sul turismo e nessuno avrebbe potuto immaginare quello che oggi sta accadendo. E’ chiaro che per almeno un anno non vedremo più quelle folle in piazza Duomo a cui eravamo abituati, milioni di turisti che tenevano in piedi l’economia della nostra città e sui cui ora non possiamo più contare. Per questo motivo il messaggio deve arrivare forte e chiaro al Governo perché tutte le città non sono uguali e quelle, come la nostra, che vivevano prevalentemente di turismo, ma che contribuiscono con la loro bellezza a far conoscere il nostro Paese, rischiano di rialzarsi con molta più difficoltà rispetto alle altre».