pattiPacta sunt servanda è un antico principio del diritto, riconosciuto anche in sede internazionale. Del resto, siamo o non siamo la Patria del Diritto? I patti servono a gruppi contrapposti per definire comuni regole o stabilire una pace armata o un accordo di interesse generale che nessuna delle due parti potrebbe realizzare da sola.

In politica, lo sappiamo, di patti ce ne sono stati tanti. Senza citare quelli Lateranensi, mi limito ai più prosaici patti “della crostata” del lontano 1997 e quello, recente, del Nazzareno. Sul piano locale ve ne sarebbe uno, recentissimo, denominato da queste colonne “Patto del Bravìo” per la prossima elezione della Provincia Renzi style di Siena. Come tutti sanno, in nome del risparmio (ma anche della perdita di cittadinanza attiva, per la verità) noi elettori non potremo più votare ma saranno sindaci e consiglieri comunali a eleggere i rappresentanti provinciali, presidente compreso. E la politica, anziché essere messa in un angolo torna a farla da padrona. E padrina.

A Montepulciano,  mentre si svolgeva il Bravìo delle botti, vi è stato un incontro tra i sindaci di Poggibonsi, David Bussagli, Siena, Bruno Valentini, e il padrone di casa Andrea Rossi ed è parso a tutti evidente che, oltre che per la corsa, i primi cittadini fossero insieme per sancire un patto, di cui il segretario provinciale del Pd, Niccolò Guicciardini, e il parlamentare Luigi Dallai ne sarebbero i padrini.

Uno per tutti e tutti per Rossi, dunque? A prima vista sembrerebbe. Solo che ad oggi non sarebbe già più così. E il partito che stava gestendo questa vicenda con una certa tranquillità sembra ripiombato nella confusione del tutti contro tutti. Si è, infatti, rotto lo schema che nei mesi estivi aveva lavorato per dare quello spazio istituzionale ad un renziano della prima ora come il sindaco di Rapolano Terme. Ma contro Emiliano Spanu si sarebbe messo di traverso, oltre che il segretario Guicciardini (perché?), il gruppo che farebbe riferimento a Alberto Monaci, cui brucia ancora l’esclusione dalla giunta comunale del 2009.

E così il sindaco di Chiusi, Stefano Scaramelli, ha lanciato la sua candidatura e alcuni sindaci sembrano intenzionati a sostenerlo. È di oggi pomeriggio l’endorsement di Giacomo Grazi di Torrita per Scaramelli. Come a dire che la Valdichiana non è un fronte compatto. «Scaramelli – dice Grazi – è nella direzione nazionale del Pd e sta amministrando molto bene, basta vedere quanti voti e preferenze sono arrivate a Chiusi anche alle recenti elezioni europee. Penso che lui abbia quindi le caratteristiche giuste per questo ruolo».

Il paradosso del Pd senese è dato in primo luogo dal ruolo dei renziani. Ovunque, in Toscana il partito è finito in mano alla componente che fa riferimento al Premier e segretario del partito (ultimo Livorno), tranne la provincia senese, dove i renziani della prima ora (Scaramelli, Spanu, lo stesso Valentini e altri) non riescono ad imporsi sul vecchio corpo del partito che resiste e che prova non solo a sopravvivere ma a dettare legge, come in passato.

Sullo sfondo, aleggia lo spettro di uno scontro continuo. Un tempo tra Franco Ceccuzzi e i renziani e ora tra il parlamentare Luigi Dallai e Stefano Scaramelli. E non mancheranno ricadute alle elezioni regionali del prossimo anno. A Siena, intanto, il sindaco Bruno Valentini cerca di trovare una pace a tutti i costi tra le anime democratiche che lo sorreggono in Consiglio Comunale. Ma da questo “patto del Bravìo” nel tentativo di accontentare qualcuno rischia di scontentare la maggiore parte dei suoi sostenitori. Come può, ad esempio, non sostenere Scaramelli che ne è stato fedele alleato per la sua candidatura nel 2013?

In questo stato “liquido” del Partito (per usare una espressione tanto in voga), il segretario provinciale Guicciardini ha rimandato tutti fuori dai canapi, sospendendo ogni futuro incontro sul tema. Anche perché ha bisogno dei due terzi della Direzione provinciale per far passare una lista democratica. E c’è tempo fino al 20 settembre per la presentazione delle liste. Visto che i patti democratici per la Provincia tengono solo qualche ora, meglio decidere all’ultimo momento?

Ah, s’io fosse fuoco