Non rientrano nei numeri quotidiani snocciolati ogni giorno dalla Protezione Civile. Nelle province confinanti i numeri sono importanti, Rimini con 398 casi positivi e Pesaro-Urbino con 591, secondo i dati ufficiali di sabato 14 marzo.

Siamo a San Marino, ovvio che i conteggi del coronavirus non rientrino nella contabilità nazionale; ma il virus Covid-19 non ha confini, ed è salito con prepotenza ed aggressività anche sul Monte Titano. E così la più antica Repubblica del mondo, che ha superato indenne le vicissitudini della storia, riuscendo sempre e comunque a mantenere la propria orgogliosa indipendenza, questa volta si sente, un po’ sola ed abbandonata, costretta a combattere come in tutta Italia questa emergenza sanitaria, ma con meno alleati a disposizione.

Nell’ultimo rilevamento del Gruppo di coordinamento per le emergenze sanitarie della Repubblica di San Marino, sono 92 i casi positivi, di cui 56 ricoverati all’Ospedale di San Marino (10 in Rianimazione con sintomatologia severa – 10 maschi -, 46 nelle degenze predisposte con sintomi moderati – 29 maschi e 17 femmine -) e 36 sul territorio e a domicilio. Numeri molto alti per una popolazione totale di 33mila abitanti. In totale San Marino deve contare 7 decessi, 4 guariti, 221 quarantene domiciliari sui contatti stretti compresa la rete familiare, amicale e personale sanitario (177 laici, 38 sanitari, 6 Forze dell’Ordine) e 229 quarantene terminate.

La paura di San Marino è che il fatto di essere effettivamente fuori dall’Europa, comporti l’esclusione degli aiuti economici internazionali; così l’auspicio della popolazione e del governo locale è quello di avere la massima collaborazione e di essere comunque considerati nel contesto internazionale.

«Ci sentiamo un po’ soli ed abbandonati – conferma Luciano Zanotti, imprenditore nel campo delle energie rinnovabili (ma conosciuto anche per essere il fondatore della Cerna dei Lunghi Archi di San Marino) –, intorno a noi ad esempio è zona rossa e le risorse a disposizione non sono sufficienti per tutti. Quindi dobbiamo contare sul nostro piccolo ospedale, sperando che la situazione dei contagi già molto elevata non peggiori ulteriormente. Inoltre dobbiamo sperare e fare in modo che la comunità internazionale si ricordi anche di San Marino».

La situazione economica è disastrosa come in tutta Italia, non mancano difficoltà per tutti i settori. Agricoltura e allevamenti non fanno eccezione. «La parziale chiusura di bar, ristoranti e luoghi di intrattenimento sociale – spiegano dalla Centrale del Latte di San Marino – ha comportato una drastica contrazione nel consumo dei prodotti lattiero caseari, mettendo così a rischio la nostra filiera lavorativa che conta 5 aziende specializzate nella produzione del latte, con oltre 10 unità lavorative, e una cooperativa agricola di trasformazione che ne impiega 15». Ed anche in questo caso l’invito è di acquistare i prodotti locali, per dare una mano importante al settore (leggi).