Foto Pixabay

Hanno dai 18 ai 24 anni, non studiano e non lavorano: sono i Neet (dall’inglese “Not engaged in education, employment or training”), un fenomeno diffuso e doloroso che ben fotografa la difficoltà dei giovani, soprattutto i più fragili, di accedere al mondo del lavoro. In questi anni la Regione Toscana si è attivata con successo per offrire a questi ragazzi un’occasione concreta di uscire dall’isolamento e dall’impasse, con azioni che mettono insieme aspetti formativi, educativi e sociali. Di questo si è parlato stamani a Firenze, nella Sala Gigli del Consiglio regionale,  per la presentazione del progetto sperimentale “CoNEETtori. Percorsi di formazione e inclusione per giovani Neet”, realizzato da Anci Toscana con il sostegno della Regione, in collaborazione con la SDS di Pisa, il Comune di Piombino e il Centro per l’impiego di Empoli.

Il progetto “ConNEETtori” è nato proprio come sperimentazione di una metodologia innovativa, rispetto agli strumenti di intervento tradizionali, per raggiungere e coinvolgere quei giovani che non si attivano e non entrano autonomamente in contatto con i servizi per il lavoro e gli strumenti di politica attiva, e che spesso vivono problemi sia economici che sociali e personali.

In calo il numero di Neet Grazie alle politiche di attivazione giovanile realizzate nel quadriennio 2014- 2018, la quota di Neet nella nostra regione si è ridotta tra i 15-24enni di oltre cinque punti percentuali (dal 17,1 all’11,9%) ed è scesa tra i 15-29enni di quasi quattro punti (dal 20,1 al 16,2%), mantenendosi sempre inferiore a quella nazionale. Significativa sul territorio regionale è stata anche la riduzione del tasso dei giovani che abbandonano precocemente gli studi, diminuito tra il 2014 e il 2018 dal 13,8 al 10,6% (a fronte del 14,5% nel 2018 in Italia), con un valore che avvicina la Toscana all’obiettivo di Europa 2020 (10%).