8 milioni di euro in meno per 185 Comuni toscani (su 273) dal Fondo di solidarietà. E’ quanto denuncia Anci Toscana in merito allo strumento di perequazione fiscale dei Comuni, che in teoria dovrebbe assicurare un’equa distribuzione delle risorse.

Barnini: «La perequazione sia verticale» «In primo luogo ribadiamo il principio che la perequazione territoriale deve essere fatta essenzialmente dallo Stato dato che il processo perequativo non può basarsi solo sulla solidarietà orizzontale tra Comuni – spiega Brenda Barnini, sindaca di Empoli e responsabile Finanza locale di Anci Toscana – E dunque anche noi, in linea con quanto espresso da Anci nazionale, chiediamo che la perequazione sia ‘verticale’. Abbiamo più volte evidenziato che l’attuale sistema presenta delle criticità strutturali e tecniche, perché penalizza troppo i Comuni piccoli e montani, e in particolare quelli costieri, che hanno un gettito significativo derivante da Imu sulle seconde case».

Cosa succede ora Ad essere colpiti quindi sono Comuni di ogni dimensione: Firenze -2,2 milioni, Massa -600 mila, Carrara -500 mila; Viareggio -400 mila; Grosseto -100 mila; e ancora Villafranca in Lunigiana o Castelnuovo di Garfagnana con 70 mila euro in meno, cifra considerevole per un piccolo Comune. Il direttivo di Anci Toscana, ribadisce che la perequazione debba essere verticale, con un intervento finanziario dello Stato, e chiede che «sin da subito una quota parte dei 100 milioni previsti in Legge di Bilancio 2020 (ex tagli dl 66/2014) sia distribuita a favore dei Comuni che hanno subito proporzionalmente una maggiore contrazione del Fondo, per attutirne gli effetti». Inoltre, per affrontare i problemi strutturali, si propone di «limitare il prelievo del fondo netto entro una ‘soglia di solidarietà’ che preservi la sostenibilità dello stesso e, al contempo, delle finanze dell’ente. Infine, si chiede che i dati sulla distribuzione del fondo siano pubblicati prima della data di approvazione dei bilanci preventivi, in modo che i Comuni possano avere dati certi su cui costruire i loro impegni di spesa».