Foto Comune Firenze

I nomi di undici martiri fiorentini del nazifascismo saranno, da oggi, incisi nella memoria cittadina con l’apposizione delle “pietre d’inciampo” dell’artista tedesco Gunter Demnig. Le prime installazioni questa mattina in via del Gelsomino 29 per ricordare Rodolfo e Noemi Levi, Rina e Amelia Procaccia, Alda e Angelo Sinigaglia.  Presenti, tra gli altri, la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi, l’assessore all’educazione Sara Funaro, l’assessore alla cultura delle memoria Alessandro Martini, la presidente del Quartiere 3 Serena Perini, il rabbino Gadi Piperno, il presidente della Comunitá ebraica Marco David Liscia, l’arcivescovo di Firenze cardinale Giuseppe Betori, la viceprefetta vicaria Paola Berardino, il questore Armando Nanei, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, di Aned e del museo della deportazione di Prato, i bambini di alcune scuole cittadine. Nel pomeriggio le pietre sono state apposte in piazza Donatello 15 (in memoria di Clotilde Levi) via Ghibellina 102 (per ricordare David Genazzani), e via del Proconsolo 6 (in memoria di Elena e Abramo Genazzani e Mario Melli Genazzani).

Foto Comune Firenze

Stolpersteine Il progetto, voluto dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comune, prende vita dopo l’approvazione dell’apposita delibera, il 9 aprile scorso. Le creazioni di Demnig, le Stolpersteine, avviate in Germania nel 1995, sono ormai presenti in numerose città europee: riportano il nome di una vittima della Shoah e vengono posizionate nei luoghi che questi toccò nella sua vita. Ben 24 sono i Paesi europei dove è installata almeno una pietra. In Italia sono presenti in diverse città, tra cui Roma, dove alcune pietre furono trafugate, per poi essere reinstallate dall’artista e Napoli. Ora anche a Firenze sará realizzato un vero e proprio percorso della memoria sulle tracce delle famiglie ebree arrestate e deportate nei campi di sterminio negli anni del secondo conflitto mondiale.
Oltre 300 furono le persone catturate nelle retate nazifasciste del 1943- ’44 nella nostra città e solo 17 tornarono a casa al termine del conflitto.

Vicesindaca Giachi: «Violenza è un inciampo nella storia dell’umanità» «Queste pietre – ha sottolineato la vicesindaca Giachi – segnalano come la violenza è un inciampo nella storia dell’umanità. É stato bello poterci inciampare questa mattina anche con i bambini delle scuole per ricordare vita ordinarie squassate dalla violenza, affinché quello che è accaduto non avvenga di nuovo e la memoria sia viva e presente nella città e nel tessuto delle istituzioni».