Il focolaio di meningite in corso in Lombardia è molto simile a quello che si è verificato in Toscana nel 2015 e per bloccarlo bisogna individuare «dove la trasmissione è facilitata». Lo scrive sul blog IoVaccino l’epidemiologo dell’Università di Pisa, Pier Luigi Lo Palco in un articolo dal titolo “Niente panico, è solo epidemia”.
Eventi simili a epidemia toscana del 2015 «Quello che sta succedendo in provincia di Bergamo in queste ultime settimane – scrive Lo Palco – ricorda molto da vicino l’evento epidemico che colpì la Toscana qualche anno fa. Le epidemie di meningococco si manifestano esattamente così. Pochi casi, da poche unità a qualche decina, ravvicinati nel tempo e nello spazio. Riconoscere la catena di contagio o l’origine comune dei singoli casi è molto difficile, ma la catena esiste necessariamente. Difficile trovarla perché la catena di contagio, nel caso dei meningococchi, è sostenuta dai portatori sani: sono persone che albergano i meningococchi nelle proprie vie aeree senza presentare alcun sintomo. Esattamente come accadde in Toscana – ricorda -, oggi si fa fatica a pronunciare la fatidica parola magica: epidemia. Si vuole evitare il panico, lo capiamo. Ma se vogliamo affrontare le cose in maniera razionale e scientifica è bene iniziare col chiamarle con il loro nome».
L’importanza del vaccino «Vaccinarsi? Serve, ovviamente a proteggersi individualmente contro la terribile infezione. Ma senza panico – si legge ancora nel post -. Altri strumenti utili per prevenire eventuali casi di malattia invasiva da meningococchi sono arieggiare spesso i luoghi chiusi e evitare di rimanere per diverse ore in luoghi chiusi affollati». Oltre al vaccino, aggiunge Lo Palco nell’articolo scritto con l’infettivologo Stefano Zona, serve un lavoro di ‘intelligence’. «Per bloccare la catena di contagio è importante cercare di individuare dove la trasmissione sia facilitata. In Toscana, in ritardo, si è scoperto che la maggior parte dei casi erano riconducibili ad alcune discoteche o disco-pub: i luoghi chiusi e affollati sono proprio i nodi centrali delle epidemie meningococciche».