«La Regione Toscana» avrebbe deliberato «l’attivazione dell’Inchiesta pubblica sul carbonizzatore idrotermale avendo già da tempo maturato decisioni e preso iniziative che presupponevano la realizzazione dell’impianto stesso». E’ quanto denuncia il Comitato A.RI.A. in una lettera indirizzata al governatore Enrico Rossi secondo cui, si legge «la Regione sarebbe cofinanziatrice, insieme al Ministero dello Sviluppo economico, per 2,3 milioni di euro di un progetto di ricerca e sviluppo per l’estrazione dei fanghi che prende il nome di “Sludge mining” da realizzarsi a Chiusi».

La conferma verrebbe da un comunicato stampa diramato da Acea il 4 novembre scorso, in occasione di “Ecomondo”, che si è tenuto a Rimini dal 5 all’8 novembre scorsi. Inoltre, il 23 maggio 2019 Sei Toscana, gestore unico dei rifiuti dell’ambito Toscana Sud e Acea hanno firmato a Firenze, nella sede di Confservizi Cispel Toscana, un contratto di rete con il proposito di «promuovere iniziative e progetti comuni in materia di energia e ambiente, sicurezza alimentare, trattamento innovativo dei rifiuti, per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e promuovere un approccio basato su uno sviluppo sostenibile». In seguito alla sottoscrizione in un comunicato stampa si legge che «la firma del contratto rappresenta, di fatto, il primo passo propedeutico alla costituzione del primo Centro di ricerca e sviluppo industriale italiano dell’economia circolare». Proprio nel corso della riunione è stato illustrato il “Beyond the landfill 4.0”, progetto di ricerca di economia circolare promosso da Sei Toscana, Acea Ambiente e Rea, per un investimento complessivo di 19 milioni di euro, suddiviso in tre progetti specifici di ciascuna società, già approvato dal Ministero per lo sviluppo economico da realizzarsi, tra l’altro, anche a Chiusi. Al Beyond the landfill 4.0 si unirà anche la Regione Toscana per mezzo dell’accordo per l’innovazione stipulato tra gli stessi attori: MISE, Regione Toscana, Sei Toscana, Acea Ambiente e Rea il 16 settembre 2019. Per effetto di tali accordi, secondo il Comitato A.RI.A. di Chiusi, «il ruolo della Regione Toscana» muterebbe così «da autorità regolatrice garante dei diritti di ciascuno dei soggetti, per assumere quello di soggetto di parte». Da qui la richiesta di chiarimenti al presidente Rossi.