Tre imputati rinviati a giudizio, per un episodio sui quattro originariamente contestati di corruzione, e altri tre indagati prosciolti da tutte le accuse. E’ quanto deciso dal Gup di Firenze Angela Fantechi ieri al termine dell’udienza preliminare per l’inchiesta sulla presunta corruzione nella maxi gara da 3,5 miliardi di euro indetta dall’Ato Toscana Sud per assegnare la gestione completa, per 20 anni, del ciclo dei rifiuti di Arezzo, Siena e Grosseto.
In tre a processo A processo vanno l’ex direttore di Ato Toscana Sud Andrea Corti, Eros Organni e Marco Buzzichelli, rispettivamente amministratore e consulente del raggruppamento temporaneo d’impresa Progetto 6, aggiudicatario della maxi gara. A tutti viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti e quello di corruzione in merito a una presunta dazione di 119mila euro che Corti avrebbe ricevuto in tre tranche, tra il 16 settembre e il 4 dicembre 2016, in cambio della sua disponibilità a favorire Progetto 6 nell’aggiudicazione dell’appalto. L’ex direttore di Ato Toscana Sud dovrà rispondere anche di induzione a dare o promettere utilità. Per gli altri tre episodi contestati Corti, Organni e Buzzichelli sono stati prosciolti perchè il fatto non sussiste. Ancora, il Gup ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere, perché il fatto non costituisce reato, da tutte le accuse, per Fabrizio Vigni, uno degli amministratori di Progetto 6, Tommaso D’Onza e Valerio Menaldi, entrambi amministratori e soci dello studio legale al quale l’Ato aveva dato l’incarico di gestire la procedura di gara. Infine il Gup ha disposto il rinvio a giudizio, per illecito amministrativo, per le società Sienambiente, capofila di Progetto 6 e Sei Toscana, istituita da Progetti 6 dopo l’aggiudicazione della gara.
Sei Toscana: «Posizione sarà chiarita in fase dibattimentale» Sei Toscana «riponendo piena fiducia nell’operato della magistratura», si è detta «certa che la propria posizione verrà chiarita in fase dibattimentale» si legge in una nota del gestore dei rifiuti. Le contestazioni mosse agli imputati, si legge ancora, «sono state ampiamente ridimensionate dal provvedimento del gup e fanno riferimento ad un periodo in cui Sei Toscana non era stata ancora costituita. Per questi motivi non sono applicabili alla società le norme di cui al decreto 231 del 2001. Inoltre, le contestazioni che andranno al vaglio dibattimentale riguardano esclusivamente le così dette ‘somme messe a disposizione’ contenute nel bando di gara e indicate nel capo di imputazione. Sei Toscana tiene a precisare che nessun pagamento delle somme oggetto della contestazione è mai stato effettuato dalla società che, come detto, a quel momento non era stata ancora costituita». Il Gup, si rileva infine, «pur nei limiti dell’udienza odierna, che non ha la funzione di giudicare nel merito la fondatezza dell’accusa, ha evidenziato nel provvedimento ‘la sussistenza di elementi a discarico introdotti in udienza preliminare suscettibili di chiarimento’ e quindi tendenti ad escludere il coinvolgimento della società nella prossima fase dibattimentale».