«Se ti trovi in situazione di difficoltà e stai pensando di non farcela a tenere il tuo bambino…», questo c’è scritto in sette lingue sulle locandine e gli opuscoli che vogliono far conoscere “Mamma segreta”, il progetto della Regione per sostenere le gestanti e le madri in gravi difficoltà, e prevenire l’abbandono alla nascita. Dopo la vicenda della neonata trovata morta in una borsa davanti a una farmacia a Campi Bisenzio, è necessario diffondere quanto più possibile la conoscenza del progetto, avviato dalla Regione Toscana in via sperimentale a Prato nel 1999, e dal 2005 esteso poi a tutte le zone distretto socio-sanitarie della regione.
Mamma segreta Obiettivo del progetto, costruire un percorso di prevenzione e di tutela che permetta alla donna in difficoltà di affrontare con consapevolezza la propria situazione, sia che decida di tenere il bambino, sia che decida di non riconoscerlo, partorendo quindi in anonimato. La donna in difficoltà, che ha dubbi, richieste, vuole le prime informazioni, può rivolgersi al proprio medico, ai consultori, ai servizi sociali del Comune o della Asl, o anche, se si trova nell’imminenza del parto, direttamente alla maternità dell’ospedale più vicino. Il servizio a cui la donna si rivolge si attiva per segnalare il caso all’équipe di sostegno competente (un’équipe multiprofessionale composta da infermiere, ostetrica, medico, assistente sociale, educatore, psicologo), che prende in carico la donna e la segue per tutto il percorso di maturazione della decisione.L’équipe di Mamma segreta opera per garantire l’affermazione del principio del diritto alla segretezza, e quindi procedure di accoglienza, cura e tutela del tutto anonime. Una volta assunta la decisione e a parto avvenuto, la donna viene dimessa dalla struttura ospedaliera e viene favorito e accompagnato il suo reinserimento socio-familiare insieme al bambino, nel caso in cui abbia scelto il riconoscimento, o in maniera distinta nel caso in cui abbia scelto di non riconoscere il bambino. Il bambino non riconosciuto alla nascita è iscritto nel relativo registro presso il Tribunale per i Minorenni, che provvederà alle procedure per la dichiarazione dello stato di adottabilità