Garanzia di un reddito equo, aumento della competitività, azioni per il cambiamento climatico e per la tutela dell’ambiente e del paesaggio, sostegno del ricambio generazionale. Sono alcune delle richieste avanzate dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena e contenute nel Manifesto a difesa dell’Agricoltura in vista delle Politiche Agricole Comunitarie 2021-2027 che è stato consegnato a parlamentari europei e italiani presenti al convegno “Verso la nuova PAC ed i nuovi programmi di sviluppo rurale” che si è svolto a Siena venerdì 25 ottobre.

Il presidente Bicocchi: «Settore di fronte a un bivio» «Il nostro settore è di fronte ad un bivio, restare competitivo e vanto di un Paese oppure soccombere sotto i colpi della concorrenza e mutare drasticamente il tessuto economico italiano e, al contempo, il suo paesaggio» sottolinea il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Giuseppe Bicocchi.

Il direttore Cavicchioli: «Individuato priorità e criticità» «Nel Manifesto a difesa dell’Agricoltura abbiamo individuato le priorità per il nostro territorio e non solo, supportate da dati oggettivi e criticità emerse specie nei comparti della cerealicoltura e dell’olivicoltura; auspichiamo che la politica possa fare tesoro delle nostre richieste ergendosi nelle sedi opportune a difesa delle nostre produzioni e dei nostri imprenditori» aggiunge il direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Gianluca Cavicchioli.

Il Manifesto a difesa dell’Agricoltura

Per l’Unione Provinciale Agricoltori di Siena prioritari sono la libertà d’impresa contro i vincoli che creano concorrenza sleale (riserve naturali, zone a pregio naturalistico), un giusto equilibrio fra impresa, territorio ed ambiente perché la convivenza con una ambiente ricco di fauna non deve diventare un costo, strutturale, a carico delle imprese; condivisione con la collettività della tutela e della salvaguardia del territorio e dell’ambiente, la cui tutela non può essere solo a carico dell’agricoltore, per cui rappresenta un costo; gli imprenditori agricoli producono qualità e non quantità, un messaggio che, a livello comunitario, deve essere chiaro. Nel dettaglio il documento invita il mondo della politica che sarà chiamato a redigere la nuova Pac a:

  • Garantire reddito equo: E’ necessario recuperare la mancata redditività delle aziende per conservare, mantenere e ottimizzare la forza lavoro sul territorio. Al 2018 secondo i dati Inps erano presenti in Toscana 11145 aziende per un totale di 68370 lavoratori così ripartite per provincia: Firenze (2037 aziende, 12731 lavoratori, Siena (2331 aziende, 15130 lavoratori), Arezzo (1590 aziende, 10464 lavoratori), Grosseto (1878 aziende, 13968 lavoratori), Livorno (667 aziende, 4261 lavoratori), Pistoia (946 aziende, 4066 lavoratori), Lucca (574 aziende, 2738 lavoratori), Massa Carrara (185 aziende, 694 lavoratori), Pisa (796 aziende, 3595 lavoratori), Prato (131 aziende, 723 lavoratori).
  • Aumentare la competitività: Se si corregge il reddito agricolo e s’incrementa la produzione intesa sia a livello quantitativo che qualitativo, aumenta anche la competitività delle aziende sul mercato e la competitività del territorio a raffronto di altri paesi. Altri importanti argomenti che sono in grado di aumentare la competitività sono: l’innovazione e l’aggregazione di prodotto.
  • Riequilibrare la distribuzione del potere della filiera alimentare: E’ auspicabile prevedere un nuovo valore del prodotto finale da cui si anticipa una diversa economia interna che sia uno stimolo a tutti gli attori di diversi ambiti alimentari.
  • Promuovere azioni per il cambiamento climatico e tutela dell’ambiente del paesaggio e della biodiversità: Una delle principali azioni per il cambiamento climatico, oltre alle diverse tecniche agronomiche da adottare e adattare al territorio, è il tema della disponibilità idrica e di come andrebbero riviste le sue modalità di gestione.
  • Sostenere il ricambio generazionale: La vera sfida in questo concetto è il trasferimento ai giovani agricoltori di una vera e concreta possibilità di assistenza e formazione che li guidi all’innovazione, tale da poter garantire la loro crescita e il loro sviluppo per i nuovi metodi produttivi e per nuovi mercati.