«Difficoltà sempre maggiori che Arpat deve affrontare», «un progressivo depauperamento delle già insufficienti risorse dell’Agenzia, che, come abbiamo più volte denunciato insieme alla Rsu di Arpat e alla Rsa della dirigenza, ha prodotto effetti drammatici sul personale (-17% delle unità, tagli per 4 milioni di euro, ecc.) e sulle principali attività di controllo e monitoraggio (scarichi -18%; emissioni industriali -30%; rumore -38%; ecc.)». E’ il grido di allarme della situazione in cui versa Arpat, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Toscana, lanciato da Maurizio Brotini (CGIL Toscana), Francesca Ricci (CISL Toscana) e Triestina Maiolo (UIL Toscana).
«Grido di allarme delle lavoratrici e dai lavoratori dell’Agenzia su servizi che rallentano o perdono di qualità» «In queste settimane – si legge nella nota dei sindacati -abbiamo ascoltato il grido di allarme lanciato dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’Agenzia su servizi che rallentano o perdono di qualità, sulla possibilità di chiusure nei Dipartimenti, su ruoli di responsabilità vacanti e perdita di competenze tecniche, su difficoltà sempre maggiori nel rispondere a cittadini e Enti, su una minor efficacia ed un senso generale di frustrazione, tutti elementi di preoccupazione che dovrebbero stare a cuore a tutti e non solo ai lavoratori. Arpat per noi rappresenta un patrimonio di conoscenze, esperienze e professionalità necessarie per descrivere in modo oggettivo e tecnicamente ineccepibile lo stato dell’ambiente in Toscana, evidenziando pressioni, impatti e criticità e suggerendo le possibili azioni e misure per rimuovere e/o limitare le cause di inquinamento: questo patrimonio non solo va difeso, ma va potenziato e valorizzato».
«Le responsabilità sono tutte della Regione Toscana» «Ci chiediamo, retoricamente, come possa accadere, nella meravigliosa Toscana, che l’Ente preposto al controllo dell’ambiente rischi concretamente di non essere più in grado di monitorare le acque dei nostri fiumi e del nostro mare – prosegue la nota – , vigilare sulle nostre campagne, analizzare l’aria che respiriamo nelle nostre città, i fumi emessi dagli stabilimenti industriali o il suolo dei siti contaminati, affrontare la gestione di un’emergenza ambientale, con la conseguenza di recare pregiudizio all’integrità del proprio territorio ed alla salute dei suoi cittadini. Le responsabilità sono tutte della Regione Toscana che, oltre ad aver imposto tagli e vincoli regionali particolarmente pesanti, non trova neppure il tempo per approvare la nuova legge di ARPAT, ad oltre 3 anni dall’entrata in vigore della Legge nazionale di riforma del sistema delle Agenzie ambientali (L. 132/2016) e dopo che era stato avviato un confronto costruttivo anche con le parti sindacali sulla PdL 349 del 12/03/2019».
Le richieste «Chiediamo – spiegano i sindacati – che la Regione metta in atto immediatamente un piano straordinario per Apat, rendendo subito disponibili le risorse necessarie ad assumere il personale (anche in via temporanea) ed eliminando ogni vincolo residuo, dando corso agli impegni sottoscritti mesi fa dall’Assessora Fratoni con le parti sindacali e ad oggi in buona parte disattesi. Chiediamo che il Consiglio Regionale approvi senza ulteriori indugi una nuova legge che elimini la dipendenza di ARPAT dalla Regione e che le garantisca autonomia, risorse, funzioni e strumenti utili alla tutela ambientale in tutti i territori della Toscana, in recepimento di quanto stabilito dalla legge nazionale. Chiediamo alla Direzione di Arpat di concordare con le rappresentanze sindacali le priorità su cui intervenire per limitare i danni nell’immediato e per pianificare il prossimo sviluppo dell’Agenzia». Conclude la nota.