Quale lo stato di salute dell’informazione in Toscana? Per rispondere a questa domanda il Comitato regionale per le telecomunicazioni (Corecom) ha incaricato Irpet (Istituto della programmazione economica della Toscana) di condurre un’analisi del comparto, partendo dalla situazione degli operatori fino a soffermarsi su tendenze e, in particolare, criticità, per affrontare il futuro con strategie e strumenti adeguati.
Un aiuto dal 5G L’indagine è stata presentata oggi nel corso di un convegno a palazzo del Pegaso a Firenze dove hanno portato i saluti istituzionali il presidente del Corecom della Toscana Enzo Brogi e il direttore dell’Irpet Stefano Casini Benvenuti. «“Nel nostro territorio il presidio dell’informazione è molto forte» ha esordito Brogi, soffermandosi sulla crescita esponenziale dell’on-line e sull’affaticamento della carta stampata. Da qui l’urgenza «di riequilibrare il sistema, anche con l’avvento del 5G, dotandolo di uno strumento legislativo adeguato». Di «settore che ha un ruolo fondamentale per la società» ha parlato Casini Benvenuti, spaziando dalla crisi più generale del sistema economico alla rivoluzione tecnologica, che ha portato ad un nuovo modo di creare e avvalersi dell’informazione. Tenendo conto di una “distinzione immediata”, come sottolineato dal componente Corecom Massimo Sandrelli: “l’informazione è ben distinta dalla comunicazione, grazie ad un garante, il giornalista nella sua opera di mediazione».
Il presidente Giani: «Ponte tra cittadini e istituzioni» Particolarmente grato all’attività del Corecom e al lavoro dei professionisti dell’informazione il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani: «ogni giorno siete pronti a raccontare tutto il territorio toscano e non mancate mai di fare da ponte tra cittadini e istituzioni, chiamate a leggere i segni dei tempi, confrontandosi sempre di più con il mondo di Internet». Come spiegato nel corso dell’incontro, all’indagine hanno partecipato 60 operatori appartenenti a quattro settori di attività: televisione, radio, editoria tradizionale ed editoria elettronica, interessati dalle trasformazioni in maniera diversa, come è facilmente intuibile, grazie alle tecnologie digitali e informatiche e all’ascesa del World Wide Web. Le informazioni fornite – attraverso questionari ad hoc – riguardano 506 addetti, di cui il 47,6 per cento appartenente in misura prevalente al settore televisivo, il 24,7 a quello radiofonico, il 21,5 a quello tradizionale e il restante 6,1 all’editoria elettronica. Tra gli ambiti che hanno registrato i maggiori cambiamenti spicca quello occupazionale, con l’ampio turnover che sembra caratterizzare le imprese del settore. Il quadro risulta composto da un insieme variegato di attività, talvolta lastricato da situazioni difficili ma anche da opportunità: dalla riduzione dei ricavi pubblicitari alle professionalità legate al web. Per rispondere alle difficoltà e alle sfide imposte dal mercato due sono le chiavi: qualità e innovazione.
Negli ultimi dieci anni l’informazione in Toscana ha subito una flessione percepibile, ma non eclatante, come rivela Irpet. Dal 2009 al 2018 l’editoria ha perso il 5,6 per cento di base imprenditoriale e il 5,2 di addetti, mentre il settore radio/Tv ha subito una flessione negativa, rispettivamente, del 15,3 per cento e del 18,3. Concentrandosi sugli ultimi anni e guardando al fatturato di tutto il comparto, da quasi 460 milioni di euro nel 2012 si passa a meno di 380 nel 2015, con il valore aggiunto, però, che presenta un calo proporzionalmente minore: da 133 milioni nel 2012 a 118 nel 2015, segno dello sforzo di mantenere il proprio valore aggiunto e, contestualmente, di aumentare la produttività del lavoro. Da qui la necessità di aiutare gli operatori a diventare economicamente autosufficienti, continuando la strada della crescita competitiva e produttiva, senza incidere sulla qualità editoriale né sulle condizioni di lavoro, «una sorta di strategia win-win sulla quale c’è ancora da lavorare nel futuro» conclude l’indagine.