Scambio di opere, a Firenze, tra la Galleria degli Uffizi e quella dell’Accademia. Gli Uffizi rinunciano a tre capolavori trecenteschi, due trittici di Pacino di Bonaguida (circa 1280 – circa 1339) ed uno di Jacopo del Casentino (circa 1297 – circa 1349), fino a ieri esposti nella prestigiosa Sala delle Maestà al secondo piano del complesso vasariano insieme ai massimi capolavori di Giotto, Cimabue e Duccio di Buoninsegna. Ora queste opere arricchiscono l’importante collezione di pittura medievale dell’Accademia, mentre dal museo di via Ricasoli arriva alla Galleria delle Statue e delle Pitture il Cristo Crocifisso del maestro del Crocifisso Corsi, originariamente dipinto per l’antica chiesa di San Pier Scheraggio divenuta, nel Cinquecento, parte integrante degli Uffizi.

Il trasferimento ‘incrociato’ di opere è stato effettuato questa mattina. I trittici sacri arrivati dagli Uffizi sono dunque da questo pomeriggio esposti, in perfetta continuità filologica, nella Sala del Duecento e del primo Trecento nella Galleria dell’Accademia, proprio accanto ad altri capolavori di Pacino di Bonaguida, tra i quali anche il celebre Albero della Vita. Allo stesso tempo, la Croce dipinta del Maestro del Crocefisso Corsi è ora allestita nella sala 2 al secondo piano degli Uffizi insieme alle tre Maestà di Giotto, Cimabue e Duccio di Buoninsegna. «Troppo spesso la Galleria dell’Accademia viene percepita solo come il museo dove c’è il David di Michelangelo – ha spiegato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – ma è anche un repertorio ricchissimo e un autentico manuale della pittura fiorentina del Medio Evo. Grazie al trasferimento dei tre trittici portatili dagli Uffizi all’Accademia questa collezione viene valorizzata ancora di più, perché la narrazione storico-artistica sui cosiddetti ‘Masters of the Miniaturist Tendency’ (come li chiamò per primo Richard Offner) si amplia e approfondisce in modo notevole. Portiamo quindi avanti la stessa strategia di decentramento intelligente che abbiamo adoperato con successo per Palazzo Pitti, e che intendiamo estendere anche al museo di San Marco, uno dei più importanti luoghi di cultura al mondo».