C’è molto nervosismo nel centrodestra toscano. I risultati buoni che vanta la Lega sono costati cari a Forza Italia e Fratelli d’Italia che non si dicono altrettanto soddisfatti di come sono andate le elezioni amministrative. Negli ultimi giorni il coordinatore regionale di Forza Italia, l’on. Stefano Mugnai ha velatamente attaccato Susanna Ceccardi, neoeletta al Parlamento europeo e soprattutto commissario della Lega in Toscana, rea di aver voluto imporre la propria linea politica nella formazione delle liste del centrodestra.

Stefano Mugnai

Mugnai: «Troppa distanza dai territori, troppa presunzione e arroganza» Si votava in 190 comuni toscani dove al centrodestra ne sono andati una ventina, di questi 5 su 35 sopra 15.000 abitanti. La linea Mugnai di mantenere saldo il legame diretto con il corpo elettorale dando autonomia alle scelte territoriali, al di là delle singole appartenenze partitiche, ha trovato la strada sbarrata secondo il parlamentare azzurro dalla «troppa semplificazione, troppa distanza dai territori, troppa presunzione e arroganza, troppo affidamento al vento nazionale, troppi ultimatum, troppi pochi contenuti». Stefano Mugnai fa sua la responsabilità «di non essere riuscito ad impedire candidature e soprattutto metodi che ero convinto ci avrebbero portato alla sconfitta», pur avendolo detto anche se non con «abbastanza forza per farlo capire agli altri leader del centrodestra regionale».

La replica: «Prima di gettare la croce addosso, fare esame di coscienza» Al coordinatore regionale di Forza Italia la Lega risponde per bocca dei consiglieri regionali  Elisa Montemagni, Luciana Bartolini e Marco Casucci: «Ricordiamo che il nostro partito ha visto eleggere ben 135 nuovi consiglieri comunali, mentre per decenza non menzioniamo i numeri fatti registrare dal partito berlusconiano. Prima di gettare, ingiustamente, la croce addosso a qualcuno è doveroso fare un serio e approfondito esame di coscienza». In gioco ci sono le Regionali del 2020, che per Mugnai sono alla portata del centrodestra «a patto che si faccia tesoro dei tanti, troppi, errori commessi da un anno a questa parte».

Ceccardi: «Avvicinamento forte all’obiettivo della Regione» Ceccardi, sempre più leader nazionale della Lega di Salvini, da tempo è vista quale molto probabile candidata alle Regionali 2020, ha una chiave di lettura diversa di come sono andate le cose in Toscana con le ultime amministrative, considerando il risultato «un avvicinamento forte all’obiettivo della Regione Toscana». Sulla propria candidatura resta circospetta, come è giusto che sia, ma non la esclude: «Io non sono mai stata la candidata ufficiale in realtà. Io candidature non ne faccio. Lo deciderà la Lega, i militanti, la classe dirigente, gli alleati, faremo delle concertazioni».

Massimo Mallegni

Lo scontro è sulla linea politica. Forza Italia è per una compenetrazione pragmatica e moderata nelle maglie di un elettorato che è culturalmente vicino agli ideali della sinistra. In tale chiave negli ambienti del partito berlusconiano il nome buono per l’assalto alla Regione Toscana è quello di Massimo Mallegni, che proprio ieri ha detto la sua, col capogruppo azzurro in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, sulle polemiche di questi giorni: «Non sprechiamo tempo a battibeccare, anche in modo assai scomposto tra noi. La fiducia è come la candela: si consuma rapidamente. In Toscana, per vincere e sfidare la sinistra, c’è bisogno di una forte condivisione, di unità e soprattutto di candidati dalla intensa carica elettorale e personale». E l’intensità della carica elettorale va commisurata all’avversario. Se il Pd opterà per la scelta moderata mettendo in campo un uomo pacato e di elevato spessore culturale probabilmente il racconto propagandistico di un centrodestra a guida Ceccardi striderebbe a confronto, con il risultato di non riuscire ad intercettare quel voto conservatore che in Toscana è quello maggiormente volubile. A completare il centrodestra c’è Fratelli d’Italia che per bocca del proprio coordinatore regionale Francesco Torselli dichiara la propria insoddisfazione del risultato toscano del 9 giugno: «Non sono contento di come sono andate le elezioni amministrative e non ne faccio un mistero. Quando vinci 2 comuni su 18 al primo turno e 3 su 17 al secondo, non mi riesce essere felice. Non riesco a cantare vittoria pensando a Nardella confermato a Firenze ed a Biffoni confermato a Prato». Riguardo alle regionali Torselli parla del “modello Piombin”o e dice: «Con Susanna concordo quando dice che abbiamo eletto tantissimi giovani consiglieri comunali, laddove non ne avevamo mai avuti e dai quali possiamo ripartire per essere vincenti tra 5 anni. Ma adesso l’obiettivo più immediato devono essere le regionali: se vogliamo vincere e non partecipare, dobbiamo ripartire dal modello Piombino. A Piombino abbiamo vinto allargando la coalizione di centrodestra a esperienze civiche vere e trasversali, ma soprattutto fornendo risposte concrete sui temi dove le persone si sentono abbandonate e tradite dalla sinistra: lavoro, ambiente, turismo e infrastrutture».