Non nacque nel 1452 dal notaio ser Piero da Vinci, sua madre era una nobildonna (e non di umili origini, tanto meno una schiava come è emerso da ricerche), dunque non fu allievo del Verrocchio e risulterebbe perfino uomo di rara bellezza e armonia. Così, un cultore autodidatta della vita di Leonardo da Vinci (1452-1519), Riccardo Magnani, ‘smonta’ molti punti fermi della vita del genio del ‘500 almeno secondo gli studi ufficiali. Magnani, un lombardo laureato in Economia e commercio che però ha dedicato anni di studi a Leonardo, sarà a Firenze il 15 aprile per una delle sette conferenze dedicate al maestro del Rinascimento in cui sottopone a revisione molti dati della sua vita.
Magnani anticipa che una rilettura dei documenti già conosciuti porta a conclusioni diverse da quelle comunemente note. «Di lui – scrive Magnani – pensiamo di conoscere tutto, eppure Leonardo Da Vinci non nacque nel 1452, non era figlio ma nipote acquisito del notaio Ser Piero in Vinci, sua mamma non proveniva dai ceti bassi della società ma era un nobildonna e non fu allievo del Verrocchio. L’unico dato pressoché attendibile nelle biografie – spiega ancora lo studioso – è quello della morte il 2 maggio 1519 ad Amboise. Secondo tutti i più autorevoli biografi (Vasari, De Pagave, Albertville) all’epoca della morte Leonardo era poco più che 75enne. Basta un facile calcolo matematico per capire che nella più restrittiva delle ipotesi è nato prima del 1444». Per Magnani «la nascita è almeno anteriore al 1447».
Cambio radicale della storia Le conseguenze, se accettate nella discussione tra accademici, impatterebbero notevolmente. «Il cambio di conoscenza sulla genitorialità e la data di nascita, come un effetto domino modificano di conseguenza tutta la datazione e le conoscenze sulla vita e le opere di Leonardo come la sua presenza a Milano, documentata secondo Magnani da testimoni diretti (Vasari, Benedetto Dei, Benozzo Gozzoli) già nel 1465 e il suo essere allievo di Verrocchio». Che «non fu suo maestro – è convinto Magnani -: Leonardo all’epoca in cui lo si vuole a bottega, era in realtà già più abile di lui sia in pittura e sia in scultura. Anzi, ho fondati motivi per pensare che Leonardo e Verrocchio, pressoché coetanei, furono compagni di banco e con loro Botticelli, Ghirlandaio, di Credi, Perugino, della Gatta, Signorelli». Per questo studioso «non sarebbe veritiera neanche la rappresentazione fisica di Leonardo che imperversa in molte biografie. Il Vasari lo descrive in tutt’altro modo, come un giovane affascinante e forte».