Il 1° di aprile, da oltre cinquanta anni è, per molti fiorentini non un giorno adatto agli scherzi, bensì la data in cui comincia la Chaltron’s Coup. Dopo una spasmodica attesa lunga 8 mesi, scandita dal count-down di più di trecentocinquanta cuori (senza contare i quasi duemila ‘ex’), il disincantato agonismo della Chaltron’s Coup ad animare le notti fiorentine. «Un appuntamento all’insegna del calcio e dello stare insieme attraverso una riscoperta di un’identità che viene da lontano. Si ricordano gli anni trascorsi al liceo classico Dante – ha detto l’assessore allo sport Andrea Vannucci – e si rinnova una tradizione. Essere “cialtroni” va al di là delle appartenenze politiche, di ceto e di simpatia calcistica. E’ una delle grandi forze di questo torneo che quest’anno si sposta al Cerreti. Un ringraziamento anche a Lorenzo Franco e Luigi Rimbotti, organizzatori di questo torneo».
Il regolamento Il tradizionale torneo di calcio, nato negli anni ’60 in piazza della Vittoria sotto l’ombra austera dello storico Liceo Ginnasio Dante, è celebre per il suo particolarissimo regolamento che dà ai cosiddetti ‘scarponi’ l’opportunità di prevalere sui ‘bravini’. Quest’anno sono coinvolte 14 squadre dai nomi fantasiosi come ‘Beghe’ o ‘Sbronzi di Riace’, composte da giocatori di ogni età, in prevalenza affermati professionisti, tutti accomunati dallo status di ‘dantini’ o ‘dantex’, sinonimo di creatività, intelligenza e originalità. Da quest’anno il campo del ‘Cerreti’ (destinato a diventare per le prossime generazioni fiorentine una vera e propria ‘cittadella chaltron’) gestito dalla società Aics-Campo di Marte farà da scenario delle quasi cento partite, fino a luglio inoltrato. Gli anni passano, ma la passione chaltrona continua a costituire un vero e proprio evergreen, ponendosi come crocevia per diverse generazioni, divise e al contempo unite dal sacro e dal profano, in un’atmosfera unica di accesa competizione e fiorentinissima autoironia. Il torneo nasce nel negli anni ‘60 con edizioni improvvisate e partite in alternanza fra i pini di piazza della Vittoria o sui polverosi campi di Rifredi. Dopo un rodaggio pieno di rivalità e sfottò, dal 1969 il torneo si organizza con le prime 4 squadre, divise anche dalle diverse passioni politiche di destra e di sinistra, ribollenti in quegli anni. Ricorderemo soltanto i primi vincitori “ufficiali”: la squadra degli Attori in Erba (Paolo Poli, Giorgio Ariani, Ettore Baccani) con finale a porticine. Dopo di allora, la tradizione è proseguita senza soste.
Risultato ambito Memorabili alcuni episodi fra cui la tragicomica trasferta ad Avellino per la finale di coppa Uefa Fiorentina-Juventus o la “zingarata” che portò qualche anno fa un’intera squadra Chaltron in visita a Sora da Pasquale Luiso, lo storico calciatore simbolo di genuina passione e presenza alternativa sui campi della serie A, da parte di una intera squadra a lui intitolata. Semplici e al tempo stesso complesse le regole della manifestazione: per vincere, ogni imbroglio è lecito ma nel rispetto dei ‘princìpi’. A tutti i giocatori è attribuito un punteggio basato sull’abilità calcistica individuale e ogni squadra non può scendere in campo oltre il punteggio massimo consentito; quindi anche i meno bravi sono ‘costretti’ a giocare: vietata la partecipazione degli ‘stranieri’ salvo il superamento di un vero e proprio esame che ne determini la “coerenza allo spirito”. Un torneo estremamente esclusivo, insomma. Riuscire a giocare la “Chaltron” è infatti un risultato ambitissimo.