Una struttura residenziale rivolta a cinque persone con disabilità grave che non hanno familiari che possano prendersi cura di loro: è l’alloggio ‘Pier Giorgio Frassati’ inaugurato presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo in via dei Cappuccini 6/A a Firenze. Per il momento la struttura ospita tre persone, ma a breve saranno cinque.

Priorità alle persone con disabilità grave senza i genitori L’individuazione delle persone da inserire avviene su segnalazione dei Servizi sociali territoriali e successiva valutazione da parte dell’Unità di Valutazione multidisciplinare zonale. Per l’inserimento è data priorità alle persone con disabilità grave mancanti di entrambi i genitori. Una particolare attenzione è rivolta a coloro già inseriti in strutture residenziali dalle caratteristiche lontane da quelle che riproducono le condizioni abitative e relazionali della casa familiare. L’alloggio ‘Pier Giorgio Frassati’ a Firenze fa parte del progetto ‘Domani con Noi’ (‘Do.No’) ed è frutto di un percorso di co-progettazione tra la Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo, la Società della salute e i Servizi sociali del Comune in seguito al provvedimento della Regione Toscana sull’applicazione della legge 112/2016 “Dopo di noi”.

Accoglienza, sostegno e stimolo all’autonomia Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare la dimensione soggettiva e interpersonale degli ospiti, offrendo accoglienza, sostegno ma anche stimolo all’autonomia e all’inclusione sociale. I ragazzi, accompagnati da suor Felicita Lovata e da un’equipe di operatori socio-sanitari ed educatori, cureranno i propri spazi di vita, personali e collettivi. «La Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo è una bella realtà che riempie il cuore – ha dichiarato l’assessore al Welfare Sara Funaro -, in cui c’è una grande attenzione a ogni singola persona, ai suoi desideri, aspirazioni e attitudini. Questo alloggio è una risposta concreta alle esigenze delle persone con disabilità grave resa possibile grazie alla legge del ‘Dopo di noi’ e attraverso la quale le Istituzioni e il mondo dell’associazionismo lavorano insieme per dare risposte concrete importanti alle persone con disabilità grave per favorire il loro benessere, la loro piena inclusione sociale e la loro autonomia. L’alloggio Frassati sarà la casa per ogni persona che vi entrerà; un luogo in cui potrà vivere e lavorare sul percorso per la propria autonomia».

La mission cottolenghina L’alloggio ‘Frassati’, adiacente alla rsa San Giuseppe Cottolengo, risponde coerentemente alla mission cottolenghina: occuparsi dei più poveri soli e abbandonati, rispondere alle esigenze delle fasce più fragili della società, essere segno di vicinanza e consolazione per i fratelli più bisognosi. Alla co-progettazione hanno partecipato varie realtà del privato sociale. Dal punto di vista strutturale l’alloggio ‘Frassati’ è un appartamento di 250 metri quadrati situato al piano terra di un edificio all’interno di un grande parco che si affaccia sulla città. È composto da 5 camere singole luminose e confortevoli con bagno privato e affinché gli ambienti possano rispecchiare la dimensione di famiglia, le stanze possono essere personalizzate in base alle proprie esigenze. Oltre alle attività di supporto per il quotidiano per gli ospiti saranno organizzati momenti di incontro e condivisione in sinergia con diverse associazioni del territorio. «Sono contenta di offrire questo servizio materno verso questi giovani che pur desiderando l’autonomia hanno bisogno del calore di una famiglia», ha detto suor Felicita, suora cottolenghina da 51 anni. L’alloggio è stato intitolato, su suggerimento del padre generale del Cottolengo, a Pier Giorgio Frassati: «Il beato torinese – ha sottolineato padre Carmine Arice – amava spesso recarsi alla Piccola Casa di Torino esortando con questa espressione altri giovani: ‘una visita al Cottolengo farebbe bene a tutti gli uomini. Attraverso il Cottolengo sarebbe facile a chiunque comprendere bene i valori autentici della vita, al di fuori di ogni esteriorità e di ogni abbandono incoscienti all’esistenza di tutti i giorni»”.