Il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich

clarich2Il nuovo presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich si è presentato alla stampa mettendo subito in chiaro cosa significa per lui “indipendenza”, un concetto tanto chiacchierato a Siena nei difficili e intricati rapporti che da sempre legano banca, politica e l’ente di Palazzo Sansedoni. Nel ribadire acora una volta di non avere «rapporti organici e stretti con partiti o organizzazioni a cui devo qualcosa e a cui devo rendere conto», il successore di Antonella Mansi ha spiegato di essere consapevole della delicatezza e dell’importanza dell’incarico e che «indipendenza non è autoreferenzialità, vuol dire curare al massimo i rapporti esterni, ascoltare le voci rilevanti e trovare una sintesi assumendosi la responsabilità degli errori. Nell’assumere decisioni il confronto è necessario». Un bel cambio di rotta rispetto al passato remoto e parole che suonano in quella direzione della «continuità nella discontinuità» intrapresa dai predecessori.

Nessun passo indietro sull’azione di responsabilità E a proposito di responsabilità ciò che la città di Siena gli chiede maggiormente è di non fare nessun passo indietro nell’azione risarcitoria già avviata nei confronti degli ex vertici della Fondazione stessa. Ma Clarich ha ribadito che le azioni di responsabilità sono «intoccabili. E’ un dossier che non voglio nemmeno prendere in mano: l’unica cosa che farò, cercherò un confronto con professor De Nova. Oggi sarebbe irresponsabile pensare di ritirarle» visto anche che potrebbero essere «un’opportunità per aumentare patrimonio».

La politica delle alleanze «Siamo in una fase di transizione: non siamo più tra la vita e la morte, ma non è ancora una fase di routine per la Fondazione». Lo ha detto il presidente dell’ente alla sua prima uscita pubblica sottolineando come al di là del rapporto con i pattisti Btg e Fintech la fondazione intenda confrontarsi con tutti gli azionisti significativi di banca Mps. E questo perchè «siamo consapevoli che con l’attuale livello di partecipazione è necessaria una politica di alleanze, altrimenti si può diventare irrilevanti». Secondo Clarich gli accordi parasociali che permettono attualmente la detenzione del 9% di banca Mps «hanno punti di forza, ma anche la debolezza che è data, ad esempio, dal limite di scadenza del Patto stesso».

Passato alle spalle, il futuro è il valore del patrimonio «La Fondazione Mps è in una situazione in cui il legame con la banca c’è ancora – ha sottolineato -, e che va, nei limiti delle nostre forze mantenuto, conservato e valorizzato». Clarich ha inoltre precisato di non voler parlare del passato: «quello che è successo è successo. Ora bisogna ripartire al meglio e gestire presente e futuro della Fondazione, il cui obiettivo primario è mantenere il valore del patrimonio».

La grana consiglieri in banca Il primo dossier «delicato» che il neopresidente della Fondazione Mps si è trovato ad affrontare, è quelloclarich_granata rappresentato dalla lettera arrivata il 31 luglio scorso a Palazzo Sansedoni, firmata dai rappresentanti della Btg e Fintech e nella quale manifestano la loro «delusione profonda» per la mancata sostituzione di due dei quattro membri attualmente nominati dalla Fondazione nel Cda della banca. Per questo dovranno dimettersi due dei quattro consiglieri di Mps, nominati dalla Fondazione, per lasciare il posto ai rappresentanti dei fondi Btg e Fintech. Clarich spera che possano esserci novità in ta senso già nel prossimo Cda della banca «nei primi giorni di settembre». «Noi non abbiamo strumenti coattivi per farli dimettere – ha ricordato – ma spero dimostreranno la loro disponibilità e faranno prevalere l’interesse generale».

La conferma di Profumo e Viola «non è scontata» Gli equilibri con i pattisti sudamericani, i rapporti con gli altri azionisti della banca e, soprattutto, i componenti del Cda di Rocca Salimbeni, acquisiscono un valore fondamentale soprattutto in vista del 2015 quando andranno in scadenza gli attuali vertici della banca. «C’è grande attenzione anche dagli attuali pattisti». Lo ha rivelato il neopresidente Clarich che ha incontrato sia Btg e Fintech sia il presidente di Mps Alessandro Profumo. «Dovremo certamente valutare anche la disponibilità dell’attuale presidente e Ad, e poi confrontarci anche con i pattisti, e non solo, che hanno confermato interesse non effimero nel medio periodo sulla gestione della banca». Clarich ha anche specificato che verrà valutato «il percorso fatto e la prospettiva» ed ha ricordato che la disponibilità di Profumo e Viola «non è scontata», come non è scontato «che non abbiamo alternative»

Pronto a lasciare altre cariche con eventuali conflitti di interesse Il neopresidente della Fondazione Mps sarà domani in Bankitalia per sciogliere qualsiasi possibile conflitto di interesse che la nomina a Palazzo Sansedoni potrebbe aprire. Lo ha annunciato lui stesso ricordando di essere commissario straordinario da due anni e mezzo del Credito Sportivo e anche commissario alla Banca di Loreto. Il riferimento al Credito Sportivo riguarda proprio la banca Mps che di questo è azionista con una quota di poco superiore al 2%.