Massimo Lopez e Tullio Solenghi in carcere a Santo Spirito a Siena. I due attori hanno incontrato i detenuti della casa di reclusione senese grazie ad un progetto del Cpia “Sandro Pertini” di Poggibonsi che gestisce la scuola del carcere. «Si è trattato – commenta Manuela Becattelli dirigente del Centro – di un progetto che prevede occasioni di confronto e crescita per i detenuti. Poco più di due settimane fa c’era stato Stefano Fresi, mentre sono stati ospiti anche Simone Cristicchi e ancora una volta Tullio Solenghi. Lo scorso hanno venne organizzata una serie di incontri con gli scrittori toscani di romanzi gialli. I detenuti incontrano gli attori nel teatro del carcere, fanno domande che poi riportano nel loro giornalino».

Testimonianze in scena Come ricorda il coordinatore del progetto e insegnante del Cpia, Claudio Marini, «Tullio Solenghi era già venuto nel carcere senese due anni fa. Ed è voluto tornare. Il diritto penale parlerebbe di recidiva. Per Massimo Lopez invece era la prima volta. Dopo i convenevoli di rito i due artisti si sono esibiti nelle loro imitazioni più famose: da quella di vecchia data di Stanlio e Ollio a quella più recente dell’incontro dei due papi (Benedetto XVI e Francesco). Hanno raccontato del loro vagabondare per tutti i teatri d’Italia portando in scena parte della loro storia e alcune novità».

Scambio tra detenuti e artisti Positivo è stato il contatto tra gli attori e i detenuti. «La costante di tutti gli incontri fatti finora – continua Marini – è stata quella del continuo scambio tra detenuti e artisti, di un dialogo che inizia timido e che diventa via via più confidenziale. E se parli della storia di Lopez e Solenghi, se nomini Lopez e Solenghi senti da subito che manca qualcosa. È come un sonetto senza il sirma, un valzer in due quarti. Ecco allora che la prima domanda di un detenuto non poteva che ricordare il talento, la bellezza e la simpatia della prematuramente scomparsa Anna Marchesini. I tempi del trio. Lopez- Marchesini-Solenghi. Tullio e Massimo hanno raccontato della profonda amicizia che li univa, artisticamente e umanamente, e proprio per questo non hanno mai pensato a una sostituzione. “Se perdi un fratello o una sorella, non ti verrebbe mai in mente di sostituirlo” ha chiosato un commosso Solenghi». Durante l’iniziativa si sono poi esibiti sul palco anche alcuni ragazzi del gruppo di teatro del carcere con le Tragedie in due battute di Achille Campanile coordinate dal regista Altero Borghi, spettacolo al quale hanno assistito Lopez e Solenghi.