Sono imprese vitali, tendenzialmente in crescita, gestite nella maggioranza dei casi da imprenditori under 35 con un livello di istruzione non eccessivamente alto. Le attività sono quelle dei settori più tradizionali, in genere non sono imprese innovative. Sono solide, con una vita media di circa 8 anni. Sono ben integrate con l’economia locale ma abbastanza ‘isolate’ rispetto ad istituzioni e associazioni di categoria. E’ questa la fotografia delle imprese straniere in Toscana presentata a Firenze. La ricerca, curata da Irpet e Icse (International Centre for Southern Europe), sonda in maniera approfondita le caratteristiche principali del rapporto tra territorio e imprese straniere, mettendo in luce punti di forza e debolezza.

L’assessore Ciuoffo: «Maggiore integrazione delle imprese straniere» «Uno studio molto interessante – ha detto l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo – con tanti elementi utili per orientare scelte e politiche. Le imprese toscane gestite da cittadini stranieri si dimostrano vivaci e spesso integrate nel tessuto economico. L’aspetto che forse desta preoccupazione è la debolezza nel rapportarsi col sistema istituzionale e sociale. Come messo in evidenza dalla ricerca, il futuro richiederà una maggiore integrazione delle imprese straniere visto il loro impatto sulla crescita locale e regionale e le ricadute economiche ed occupazionali in molte aree toscane soprattutto per alcuni settori dell’artigianato. Questa potrebbe essere la sfida per il futuro per favorire il consolidamento, la strutturazione e l’evoluzione di queste realtà».

Presenza imprenditori stranieri in costante crescita In Italia le imprese straniere crescono 5 volte di più rispetto alla media complessiva e relativa a tutte le imprese (dati 2017) e questo differenziale nelle dinamiche è ormai una caratteristica abbastanza consolidata, ovviamente il riflesso del fenomeno migratorio, e che si evidenzia in modo simile anche in Toscana. La presenza straniera per il 2017 è di 408.463 residenti, il 10,9% della popolazione regionale, due punti sopra la media nazionale (8,5%). La presenza di imprenditori stranieri sul territorio toscano è documentata da almeno 50 anni e dall’inizio degli anni 2000 si registrano numeri in crescita costante. Già negli anni ’90 la schiera delle imprese straniere è triplicato; successivamente, negli anni 2000, il vero e proprio boom con un aumento di oltre il 427% rispetto al decennio precedente. Dal 2010 invece la quota cresce con oltre il 34,3% in più rispetto al decennio precedente.

I numeri I dati sulla distribuzione territoriale mostrano la maggiore concentrazione di imprese straniere a Prato (provincia in cui è immigrato più di un residente su sei, il 17,5%), seguita da Firenze (13%), e Siena (11,2%). In questa distribuzione di presenze straniere l’impresa segue – ad ombra – la frequenza sul territorio delle varie comunità. Secondo i dati IDOS (Dossier Statistico, 2018), le imprese straniere a inizio 2017, erano 53.578, il 12.9% del totale regionale toscano, quota superiore a quella dei residenti stranieri (10,9% nel 2017). Si rileva un’impresa immigrata ogni otto residenti stranieri. Le elaborazioni evidenziano un numero ancora maggiore se si considerano in dettaglio le aziende con cariche sociali ricoperte da residenti stranieri. Sono Firenze (14.118) e Prato (9.578) ad avere in assoluto la maggiore frequenza di presenza territoriale, a seguire Pisa e l’area di Montecatini-Pistoia. Il settore delle costruzioni (10.433) è il principale, seguito dal commercio al dettaglio (10.096) e commercio all’ingrosso (3.590). Rispetto alla dimensione, la maggiore concentrazione di addetti per imprese va nella classe da 0 fino a 1 addetto (9.407), ossia titolare con saltuariamente fino a 1 dipendente. Seguono le imprese da 1 a 3 addetti. Nel 2017 le cariche (ovvero gli incarichi assunti all’interno di un’impresa) detenute da persone nate all’estero in attività economiche in Toscana sono oltre 62mila, di cui la stragrande maggioranza maschile (oltre 43mila pari al 68%) e circa 1/3 femminile (19mila). Quota che sale fino a 77.155, se si estende il conteggio anche alle doppie cariche sociali dei singoli individui. Il 14% delle persone con cariche in attività economiche ha una doppia carica; di queste il 59% ha cariche diverse ma nella stessa impresa e il 40% ha cariche in più di un’impresa. A novembre 2017 le cariche con a capo persone nate all’estero e che vanno a costituire imprese straniere sono 58.902. Queste comprendono anche alcune cariche societarie. Se distinguiamo solamente i titolari firmatari si hanno oltre 44.227 cariche che danno luogo ad altrettante imprese di origin e straniera. L’incidenza delle imprese straniere sul totale di quelle artigiane toscane tocca il 40% (dati IDOS 2017): non è azzardato ipotizzare, nel medio-lungo periodo, un eventuale sorpasso della componente artigiana straniera su quella nazionale. La frequenza per nazionalità a livello territoriale indica in maggioranza i cinesi a Prato, Firenze, Empoli e San Miniato; gli albanesi a Montecatini, Pistoia, Montevarchi, Siena e Poggibonsi; i romeni ad Arezzo, Massa, Carrara e Grosseto; i senegalesi a Livorno, Pisa e Pontedera, ed i marocchini a Lucca, Piombino e Carrara insieme ai romeni.