L’ordine degli Psicologi della Toscana ritiene fuorviante e contrario ad ogni evidenza scientifica e pratica clinica quanto affermato a Mattino Cinque dallo psichiatra Raffaele Morelli, ovvero di essere “contrario allo psicologo nei reparti di oncologia perché gli oncologi sono grandi psicologi, grandi psicoterapeuti”. Il lavoro dello psicologo e dello psicoterapeuta in ambito oncologico è di alta specializzazione e vede quotidianamente impegnati nel nostro paese migliaia di professionisti integrati con le altre figure sanitarie.

“È indubbio – spiega il presidente dell’Ordine degli psicologi Lauro Mengheri – che gli oncologi svolgano un delicatissimo e prezioso lavoro anche sul piano comunicativo e relazionale e che la loro capacità di gestire tali relazioni con i pazienti abbia un impatto positivo sul benessere complessivo della persona. Diverso è il lavoro specialistico sulle ripercussioni psicologiche e psicopatologiche della patologia oncologica sul paziente ed i suoi cari”.  Sappiamo che circa il 30-50% dei pazienti presenta un distress elevato durante il percorso di malattia che tende a manifestarsi prevalentemente con disturbi depressivi e ansiosi. Ad oggi disponiamo di interventi psicologici che si sono dimostrati efficaci per migliorare il benessere psicologico dei malati e dei loro familiari; alcuni studi mostrano anche una riduzione dei costi assistenziali se i pazienti ricevono interventi psicoterapeutici. “Al di là di mere opinioni personali, assolutamente prive di alcun fondamento, – aggiunge Fulvio Giardina presidente del Consiglio nazionale ordine degli psicologi – appare molto grave che in una trasmissione televisiva nazionale vengano diffuse notizie che possono allarmare, disorientare e creare confusione tra le donne, gli uomini, i bambini malati di tumore, e le loro famiglie. Ancor più grave perché viene banalizzata la sofferenza psicologica che incornicia la malattia tumorale, come se il proprio progetto di vita, la propria autostima, la rete delle proprie relazioni, che vengono alterati nei pazienti oncologici, siano del tutto secondari”.

Ci preme inoltre sottolineare che da più di 30 anni esistono Società scientifiche Internazionali e Nazionali (in Italia la Società Italiana di Psico-Oncologia) che promuovono, tra l’altro, la diffusione delle buone pratiche cliniche di psico-oncologia e la corretta informazione sulle ripercussioni psicologiche dei tumori. “È pertanto desolante osservare – conclude Mengheri – come in pochi secondi il Dr. Morelli “asfalti” anni di ricerche, pratiche cliniche ed impegno dedicato ad integrare l’assistenza psicologica nelle cure dei malati di cancro”.