Denunce plurime per tre persone. Si è conclusa così, venerdì scorso, un’indagine effettuata dal Reparto di Rifredi della Polizia Municipale di Firenze riguardo a un incidente con fuga e omissione di soccorso. I fatti risalgono alla fine di settembre quando, nel tardo pomeriggio, una donna viene investita da un’auto sull’attraversamento pedonale in via Pisana, nei pressi di via Giovanni della Casa. Quando gli agenti della Polizia Municipale arrivano sul posto trovano la donna, ferita in modo grave, ma nessuna traccia dell’automobilista. Grazie alla testimonianza di un residente, il veicolo viene rintracciato all’interno di una stazione di servizio poco distante dal luogo dell’incidente. Sulla base dei racconti del residente e del gestore del distributore e dalle immagini delle telecamere dell’impianto, gli agenti recuperano alcune informazioni utili all’identificazione dell’uomo (aspetto, abbigliamento e accento straniero).

Un favore che costa caro  A questo punto la pattuglia si concentra sull’auto che risulta di proprietà di una donna residente in un centro dell’hinterland fiorentino. I tentativi di rintracciarla presso la sua abitazione però non vanno a buon fine. Mentre gli agenti stanno tornando in sede vengono avvisati dalla Centrale Operativa che sul luogo dell’incidente si sono presentati la proprietaria dell’auto e un uomo che dichiara di essere stato alla guida al momento dell’incidente. Tornati in via Pisana, gli agenti si rendono conto che nella vicenda qualcosa non quadra. Prima di tutto l’uomo non corrisponde alla descrizione del conducente né ha un accento straniero; in secondo luogo il suo racconto è in totale disaccordo con quanto riferito dal testimone. In terzo luogo anche la giustificazione per il suo allontanamento precipitoso risulta poco convincente: sostiene infatti che doveva recarsi con urgenza in un negozio del centro dove aveva un importante impegno e che era in compagnia di un’amica. Un racconto non confermato né dal direttore del negozio citato né dalla donna. Infine l’ultimo elemento che convince gli agenti che dietro a questa vicenda c’è altro: il marito della proprietaria dell’auto, un 38enne di nazionalità albanese, risulta senza patente perché mai conseguita. Convocato dalla Polizia Municipale, questi non solo non ha saputo spiegare dove si trovasse il giorno dell’incidente, ma è risultato rispondente alla descrizione del testimone. L’uomo ha continuato però a negare di essere stato alla guida al momento del sinistro. Alla fine, è stato il “finto” conducente, convocato dalla Polizia Municipale, a confessare: ha dichiarato che non era alla guida dell’auto e che aveva fatto un favore alla proprietaria dell’auto, sua amica. Per i tre sono scattate diverse denunce in concorso: il “finto” conducente e la proprietaria dell’auto per favoreggiamento personale, sostituzione di persona, e falsa attestazione sull’identità; l’automobilista per lesioni personali gravi e omissione di soccorso. Senza dimenticare la maxi multa da 5.000 euro per guida senza patente e fermo del veicolo per tre mesi.