Acea Ambiente ha mosso i primi passi per la realizzazione dell’impianto di recupero fanghi biologici derivanti da trattamento delle acque reflue urbane mediante processo termo-chimico, sul terreno acquistato dall’Amministrazione comunale lo scorso gennaio con un investimento di 2mln e 525 euro. Acea ha infatti presentato il Progetto Ingelia in Regione Toscana e ha fatto richiesta di VIA, valutazione di impatto ambientale. La vicenda è nota: a settembre 2017 il Comune di Chiusi aveva messo in vendita con un bando di gara i terreni del complesso immobiliare denominato ex Centro Carni, alle Biffe, praticamente al confine tra Toscana e Umbria. A novembre dello stesso anno vennero aperte le buste, con unica offerta quella di Acea Ambiente srl che si aggiudicò i terreni con un rilancio di 25mila euro, appena l’1% del prezzo a base d’asta fissato a 2,5 milioni di euro. Il contratto di compravendita venne stipulato il 31 gennaio 2018, tra la soddisfazione generale: infatti solo il giorno prima, il 30 gennaio, il sindaco di Chiusi Juri Bettollini, aveva raccolto il plauso delle organizzazioni sindacali e di categoria che avevano sottoscritto un protocollo sulle politiche strutturali del bilancio.

Un bilancio comunale generoso, con politiche di ammortizzazione sostanziali, rese possibili dalle risorse provenienti proprio dalla vendita ad Acea del terreno alle Biffe (nel previsionale venne contabilizzata una caparra di circa 350mila euro), che consentirono quindi al primo cittadino di presentarsi ai sindacati e associazioni di categoria forte di provvedimenti concreti che si apprestava ad attuare. Nella primavera del 2018 alcuni gruppi di cittadini iniziarono però ad organizzarsi per manifestare il proprio scetticismo sul nuovo insediamento. A metà giugno 2018 in Consiglio comunale venne votato dalla maggioranza e dai Cinquestelle (i consiglieri di opposizione del gruppo Possiamo abbandonarono l’aula al momento del voto) un documento riguardante l’indirizzo di governo dell’area “ex centro carni”, presentato dalla commissione consiliare ambiente e territorio secondo cui non era ‘consentita la realizzazione di inceneritori, di termovalorizzatori, discariche di rifiuti, e di aziende insalubri con emissioni nocive. Sono invece consentite tutte le attività industriali che non producano alcuna emissione nociva in atmosfera’. Adesso però si attende di vedere se sarà proprio così stando al progetto di realizzazione del carbonizzatore che Acea ha presentato in Regione Toscana e per il quale ha fatto richiesta di VIA, la valutazione di impatto ambientale. Dal documento si legge che la progettazione di impianto Htc e la realizzazione di tecnologia è della Ingelia Italia spa, che il principio base dell’impianto sarà la pirolisi, un particolare processo in assenza dell’agente ossidante (ossigeno) nel quale avviene la decomposizione termochimica di materiali di natura organica. E la carbonificazione, un processo che porta ad una graduale perdita di ossigeno, azoto ed idrogeno dai tessuti vegetali che vengono sottratti in seguito al contatto con l’aria. Dal progetto si vede anche che Acea realizzerà un parco verde nei pressi dell’impianto. Nonostante la sicurezza sulla bontà del progetto manifestata dal Sindaco e l’elevata tecnologia che avrà l’impianto che Acea si appresta a realizzare, nel territorio c’è comunque preoccupazione. In questi giorni è nato il Comitato A.RI.A. (Azione per il RIspetto dell’Ambiente) che si prefigge di monitorare quanto accade alle Biffe. E proprio il 22 novembre scorso il comitato, quale soggetto legittimato ad essere portatore di interessi diffusi, ha avanzato ufficialmente a Comune, Regione, Ministero dell’Ambiente, istanza di inclusione nel processo decisionale che riguarda la realizzazione dell’impianto e eventuali altri impianti da parte della società ACEA. Sempre in zona, a Città della Pieve, è sorto il Gruppo Ecologista il Riccio, che è molto attivo a livello social di tutto ciò che riguarda i livelli di inquinamento e lo stato dell’ambiente nel territorio.