Grande dispiego di tecnologie digitali per la mostra-evento agli Uffizi di Firenze che con l’esposizione del Codice Leicester (gia’ codice Hammer) prestato dal proprietario Bill Gates apre di fatto le celebrazioni 2019 per il 500esimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci. Tra i ‘miracoli’ hi tech, la scrittura mancina di Leonardo risulta per la prima volta agevolmente leggibile ‘da diritto’, grazie a un rovesciamento speculare che consente di seguire bene i testi. E’ una delle innovazioni messe a disposizione dei visitatori con Codescope, strumento digitale che permette di sfogliare tutte le pagine del manoscritto, di ingrandirle col massimo dettaglio possibile, e che fornisce un tutor multimediale capace di guidare il pubblico in contenuti di complessa comprensione scientifica. La mostra, intitolata ‘L’acqua microscopio della natura’ e curata da Paolo Galluzzi, comprende altri manoscritti, apre domani e prosegue fino al 20 gennaio.
Pittore e scienziato E’ stata presentata in una conferenza stampa alla Camera di Commercio di Firenze a cui hanno partecipato il sottosegretario Borgonzoni, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, lo stesso curatore Galluzzi che è direttore del Museo Galileo, il sindaco Dario Nardella, il presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilichi, il presidente di Fondazione CrFirenze Umberto Tombari. «Il fatto che abbiamo voluto mettere al centro un codice scientifico, è perché fare oggi una mostra-carrozzone su Leonardo è impossibile e sbagliato – ha sottolineato il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt -. Queste sono opere preziose, difficili da trasportare. Non possiamo eticamente essere responsabili di un’azione che metta a rischio queste opere». Schmidt ha spiegato che «sta a cuore l’unità di pensiero nella personalità di Leonardo» che la mostra curata da Paolo Galluzzi esprime. Evidenziare «l’aspetto scientifico di Leonardo in un museo d’arte – ha aggiunto Eike Schmidt -, rende evidente che Leonardo quando è pittore è scienziato, e quando è scienziato e pittore». Schmidt ha colto l’occasione per sottolineare che le opere e i manoscritti sono custoditi in «teche ultratecnologiche che le proteggono dall’umidità, le mantengono a temperatura costante e le difendono da attacchi aggressivi di batteri. Sono convinto che Leonardo avrebbe apprezzato…». Schmidt ha evidenziato il grande lavoro di ricerca che Galluzzi e il suo staff hanno profuso nella realizzazione della mostra ‘L’acqua microscopio della natura’ e la tecnologia Codescope «avanzatissima che aiuta i visitatori ad avvicinarsi ai complessi testi di Leonardo».