Nasce in Toscana e sarà inaugurato il 13 ottobre a Pisa, nei giorni dell’Internet Festival, il primo centro regionale sulla cybersecurity: una sorta di ‘think tank’ dove le università toscane e il Cnr, sotto l’ombrello della Regione, metteranno in comune le loro esperienze scientifiche e capacità tecnologiche, i loro laboratori, metodi, strumenti e capitale umano a vantaggio dell’intero sistema toscano, pubblico e privato. Sarà un luogo di studio ma anche di elaborazione di strategie.

Passato e futuro insieme Il centro, primo esempio del genere in Italia, troverà casa nei Vecchi Macelli, l’edificio che a Pisa ospita il ‘Museo del calcolo’ e il primo calcolatore italiano, la Cep, nato con il contributo del pubblico: un computer che allora occupava un’intera stanza. Ma nei Vecchi Macelli c’è anche un incubatore di spin-off e startup. Passato e futuro dunque insieme. L’inaugurazione è fissata per sabato alle 14 con gli interventi, oltre che dell’assessore regionale Vittorio Bugli, del rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei, dell’Università di Pisa Paolo Maria Mancarella, dell’Università di Siena Francesco Frati, del direttore della Scuola Imt di Lucca Pietro Pietrini e del direttore Iit-Cnr Domenico Laforenza, ovvero i firmatari del protocollo che ha avviato la creazione del centro regionale. A seguire, alle ore 15 (nella sala Azzurra della Scuola Normale), si terrà l’incontro dal titolo ‘Cybersecurity come bene comune’ dove si parlerà di quello che istituzioni pubbliche, imprese e mondo della ricerca insieme possono fare a tutela di cittadini e aziende.

Bugli: «Tecnologia ha trasformato la vita di tutti» «L’uso della tecnologia ha trasformato la vita di tutti creando un mondo nuovo, totalmente interconnesso, dove i confini tra spazio fisico e digitale sono di fatto inesistenti – spiega l’assessore all’innovazione della Toscana Bugli – Lo scambio, spesso inconsapevole, di quantità enormi di informazioni avviene costantemente attraverso oggetti di uso quotidiano». Con gli smartphone che dialogano con la domotica di casa, in fabbrica con l’industria 4.0, attraverso i servizi on line e gli applicativi che girano sul cloud. «Gli attacchi informatici – prosegue l’assessore – riguardano tutti oramai. Colpiscono la Pa e le imprese. Le contromisure per tutelare la sicurezza personale nello spazio fisico sono note ed usate, assai più lieve è invece la percezione dei rischi e della vulnerabilità digitale. Il centro nasce per colmare questo gap». Il centro toscano, che dovrà difendere pubblica amministrazione e pmi scandagliando la rete e sensibilizzandone i fruitori, sarà il frutto di un lavoro di squadra dove i singoli gruppi di ricerca non perderanno la loro individualità ma metteranno in comune le loro competenze creando un valore aggiunto. L’idea ha trovato le prime gambe in un protocollo firmato a febbraio 2018, siglato da Regione, che ne è stata la promotrice, Università di Firenze, Pisa e Siena, Cnr e Imt di Lucca. Dopo otto mesi è realtà, con la Regione pronta a garantire 500 mila euro l’anno per la fase di avvio.