«Gli insegnanti delle scuole cittadine invitino i ragazzi a confrontarsi su uno dei libri del grande scrittore fiorentino Tiziano Terzani. Ne ho già parlato con la vicesindaca Cristina Giachi perché questo avvenga nell’anno scolastico che sta per iniziare». Lo ha detto il sindaco Dario Nardella nel suo intervento nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze nel corso dell’evento organizzato dal Comune in occasione degli 80 anni dalla nascita di Tiziano Terzani, nell’ambito del quale è stato presentato il libro postumo ‘In America’ ed edito da Longanesi. All’iniziativa hanno partecipato anche la signora Angela Terzani Staude e il curatore del testo inedito Alen Loreti. Nel corso dell’evento sono state proiettate immagini inedite di Terzani negli Stati Uniti e sono state proposte letture di Monica Bauco e di Folco e Saskia Terzani, accompagnate da musiche eseguite al pianoforte da Francesco Nigri con la voce di Susan Gagliano.
Un uomo del mondo «Quando si parla di Tiziano Terzani si parla del mondo – ha affermato Nardella – perché lui era un uomo del mondo, un uomo planetario direbbe un credente come Ernesto Balducci. Tiziano aveva verso il mondo un rispetto straordinario che poi ha trasmesso a tante generazioni, compresa la mia, attraverso i suoi libri. Scriveva di ciò che viveva, non di ciò di cui aveva sentito dire o di cui aveva occasionalmente visto. Una delle cose più belle di Tiziano è aver permesso a generazioni intere di entrare nel suo mondo e nei mondi che lui ha vissuto con grande coraggio e con lo spirito del viaggiatore – ha continuato Nardella -. Tiziano era una persona che ha fatto del viaggio un modo di vivere e di essere perché il viaggio è la forma più autentica di relazione con il mondo, che riesce a liberare il nostro desiderio di curiosità. Credo che attraverso i suoi libri possiamo scoprire davvero una persona curiosa e sempre diffidente, come ha detto il figlio Folco, dove però l’essere diffidente corrisponde all’essere curioso e a non accontentarsi mai di ciò che si vede, a voler vedere sempre ciò che c’è dietro a ciò che noi percepiamo. A me piace pensare, e ne sono convinto, che in Italia e nel mondo ci sono generazioni che si sono formate come cittadini grazie ai libri di Terzani e alla sua testimonianza di vita – ha proseguito il sindaco -. Questo vuol dire avere un’idea ben precisa della pace, di cosa significa perseguirla e non soltanto richiamarla verbalmente. Vuol dire avere un’idea ben precisa di cosa significa il coraggio. Noi viviamo in un mondo dove le persone assistono agli eventi e spesso rimangono ferme a guardare e giudicare. Dobbiamo riprendere a essere cittadini attivi, capaci di reagire e dimostrare con la nostra esperienza cosa possiamo essere e cosa possiamo dare, prendendo proprio lezioni da persone come Terzani. Ciascuno di noi può e deve dare qualcosa prima di pretendere che gli altri facciano qualcosa per noi. Credo che oggi – ha concluso Nardella – nell’80esimo anniversario della nascita di Tiziano Terzani sia più che mai fondamentale ragionare e agire sulla base di questi valori perché abbiamo intorno un Paese e un’Europa che si stanno spegnendo, attraversati da paure e fragilità che ci fanno essere insicuri, scontenti e dunque sospettosi e poi intolleranti e infine violenti. C’è una sequenza di concetti e comportamenti che va ribaltata perché rischia di portarci verso la distruzione dei valori più forti sui quali sono costruite l’Europa e l’Italia, ovvero i valori di pace, convivenza, rispetto e accoglienza. Oggi avremmo bisogno di persone come Tiziano Terziani, che parlano, scrivono e combattono, però, non possiamo solo ricordarlo nostalgicamente. Dobbiamo essere all’altezza di ciò che lui è stato come fiorentino e come figlio del mondo, di ciò che lui ha detto, scritto e fatto e dovremmo provare a fare qualcosa nel nostro piccolo che corrisponda a quei valori e a quelle esperienze. Solo così possiamo invertire la rotta di un viaggio che per il momento ci sta portando verso lidi oscuri, ambigui e preoccupanti, ma che sta a noi soltanto invertire davvero. Non è il caso che genera il destino degli uomini, siamo noi stessi, dobbiamo esserne consapevoli. Oggi più che mai dobbiamo sentire questa chiamata di civiltà per difendere i nostri valori e il rapporto straordinario con il mondo di cui siamo ospiti e non padroni».