Il secondo trimestre del 2018 conferma l’andamento già osservato nello stesso periodo degli anni precedenti in Maremma: un sostanziale e generalizzato aumento congiunturale delle imprese, derivante in parte con la spiccata snazionalizzazione della nostra economia. Prosegue senza soluzione di continuità l’espansione delle unità locali, soprattutto di quelle aventi il “centro decisionale” fuori provincia. «Continua il fenomeno che abbiamo già definito come “capitalizzazione del tessuto imprenditoriale”: le società di capitali sono l’unica classe di natura giuridica a mostrare un incremento tendenziale – spiega la Camera di Commercio Maremma e Tirreno – Fra le imprese distinte per settore economico si osserva il buon incremento dell’alloggio e ristorazione, il lieve aumento del settore primario nonché della maggioranza dei comparti del terziario, con l’esclusione di commercio, logistica ed attività immobiliari. Ancora negative le variazioni di costruzioni ed attività manifatturiere».
L’andamento A metà 2018 le sedi d’impresa registrate in provincia di Grosseto ammontano a 29.223 unità, 83 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per una crescita pari allo 0,3%. Come sovente accade allo scadere del secondo trimestre di ogni anno, anche in questo caso si riscontra una variazione congiunturale positiva: +0,6%. L’espansione dello stock imprenditoriale maremmano è cominciata nel 2015: si è distinta per un andamento poco vistoso e che, pur attenuato nel corso del 2017, non si è mai totalmente arrestato. In considerazione del soddisfacente risultato numerico evidenziato nel trimestre in esame, il 2018 potrebbe risultare caratterizzato da una buona crescita imprenditoriale. Nel corso del secondo trimestre 2018 si è osservato quanto già emerso nei trimestri precedenti: una robusta e generalizzata crescita tendenziale delle società di capitale (+5,2%) ed al contempo un arretramento in termini d’imprese individuali (-0,4%), uno, più evidente, di società di persone (-1,4%) ed una sostanziale stabilità delle “altre forme” giuridiche. Nel complesso, le società di persone e capitali caratterizzano circa 37 imprese su 100, mentre la parte più cospicua, 59 imprese, ancorché in diminuzione, continua ad esser costituita dalle imprese individuali.
Sedi d’impresa Le sedi d’impresa attive si contano in 25.929 unità, 21 in meno rispetto al medesimo periodo del 2017, valore che genera una blanda variazione tendenziale di -0,1 punti percentuali. Osservando gli andamenti dei quattro Sistemi Economici Locali (SEL), si rileva che ad una discreta espansione delle Colline metallifere (+0,7%) fa da contraltare la brusca frenata dell’Albegna-Fiora (-0,8%); sono invece meno distanti dalla media provinciale l’Area grossetana (+0,2%) e l’Amiata (-0,4%). Nel corso del secondo trimestre 2018 si sono avute 431 iscrizioni (-5,9% tendenziale) e 266 cancellazioni (+8,1%), per un saldo positivo di 165 unità. È evidente tale saldo genera una tendenza alla crescita (tasso di crescita) positiva (+0,6%). Le unità locali registrate ammontano a 7.089, delle quali 4.486 aventi sede in provincia e 2.603 fuori provincia. Nel trimestre in esame si è avuta una buona crescita tendenziale delle unità locali con sede fuori provincia (+1,8%) e una più contenuta di quelle con sede in provincia (+0,5%). Il totale di sedi d’impresa più le unità locali ammonta a 36.312 “cellule produttive”, valore che in un anno è cresciuto dello 0,4%. Il livello di “plurilocalizzazione” (0,24 unità locali per ogni sede) resta più elevato sia della media regionale, sia di quella nazionale. Nell’analisi tendenziale per settori economici, fra quelli numericamente più rilevanti si osserva l’ennesimo balzo in avanti delle imprese che svolgono attività di alloggio e ristorazione (+1,8%) e più in genere di tutti i comparti del settore terziario, con l’esclusione delle attività immobiliari (-1,1%) e del settore logistico (-1,7%), nonché la lieve ma significativa crescita del settore primario (+0,2%). Le “note dolenti” vengono, come nei trimestri precedenti, dalle costruzioni (-0,7%), dalle attività manifatturiere (-1,3%) e dal commercio (-1,0%).
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