«E’ necessario che la Regione Toscana con il coinvolgimento dei Prefetti individui immediatamente siti dove effettuare lo stoccaggio temporaneo o definitivo dei cosiddetti fanghi da depurazione». A dirlo in una nota è Cna Toscana dopo la sentenza del Tar della Lombardia che ha di fatto vietato lo spandimento di questi materiali nei terreni agricoli e che ha portato alcuni impianti specializzati, soprattutto lombardi, a non accettare più conferimenti dalla Toscana. Mercoledì pomeriggio Cna Toscana ha tenuto una riunione con le imprese di autospurgo, alla quale hanno partecipato numerose imprese del settore. L’impegno della confederazione è quello di incontrare l’assessore regionale all’ambiente, Federica Fratoni, e inviare in giornata una lettera ai Prefetti per sottolineare la gravità del problema e l’urgenza di affrontarlo.
«Gravi conseguenze per imprese e disagi per turisti e cittadini» «Le imprese di autospurgo non possono effettuare il proprio lavoro di vuotatura fosse biologiche e pulitura pozzi neri – si legge nella nota – : la recente sentenza del TAR della Lombardia ha bloccato di fatto tale attività in questa regione dove veniva inviata la maggiore quantità dei cosidetti ‘fanghi da depurazione’ prodotti in Toscana (tali fanghi devono essere per legge smaltiti in centri specializzati o bruciati negli inceneritori). Dal momento che le imprese che effettuano questo lavoro sono obbligate a smaltire entro 48 ore altrimenti incorrono nel penale e gli impianti privati esistenti in Toscana stanno chiudendo tutti per ferie e/o manutenzione, gli autospurghi non sono in grado di effettuare il servizio». Dal 6 agosto infatti centri privati non accetteranno più conferimenti e di conseguenza da lunedì l’attività delle imprese di autospurgo sarà bloccata «con gravi conseguenze economiche per tali imprese, oltre ai disagi per la cittadinanza (privati cittadini, ospedali, musei, alberghi)» – prosegue la nota.