Erano in centinaia le persone che, ieri pomeriggio a Firenze, hanno partecipato alla manifestazione contro il razzismo lanciata nei giorni scorsi dal sindaco Dario Nardella e dal governatore della Toscana Enrico Rossi. Al suono di musica etnica, dal palco allestito in piazza Ognissanti in pieno centro storico, hanno sventolato tante bandiere, tra le quali, oltre a quelle della pace, quelle del Pd, della Cgil, di comitati antirazzisti ed anche del Partito marxista leninista. Esposti cartelli con scritte antirazziste, tra i quali anche “le strade sono della gente, non di chi semina odio’”. In piazza anche il rettore dell’ateneo fiorentino, Luigi Dei, l’imam di Firenze e presidente Ucoii, Izzedin Elzir, sindaci del territorio fiorentino e non solo, ed anche un gruppo di rom.
«Non c”è futuro se non sappiamo da dove veniamo» Ad aprire gli interventi sono stati Nardella e Rossi. «Entro metà dell”anno prossimo con Regione e Aned completeremo l’allestimento del memoriale di Auschwitz: lì porteremo tutti i giorni i giovani per far capire che cosa significa la memoria, non c”è futuro se non sappiamo da dove veniamo» ha dichiarato il sindaco di Firenze. «Il razzismo è un fenomeno che incombe di nuovo – ha sottolineato invece il governatore Rossi – ma 80 anni di lotte per la democrazia non sono passati invano. Nonostante questo sentiamo diffondersi idee di superiorità, ‘prima gli italiani’, assistiamo ad una svalutazione dello straniero, ‘finisce la pacchia, facciamo pulizia’, si sente dire. Queste sono idee che dobbiamo combattere». «Il momento che sta attraversando il nostro Paese, l’Europa e altri Paesi del mondo, ci impone di rivendicare alcuni principi basilari che sono poi alla base della nostra missione universitaria. Libertà, solidarietà, giustizia e diritti umani, universalità del sapere, democrazia, futuro sostenibile, civismo, educazione al rispetto di ogni diversità – ha dichiarato il rettore Dei – Siamo in una sorta d’interregno in cui l’assenza di una bussola ideale ci sbalestra e ci rende vulnerabili rispetto a formule semplificatorie basate per lo più sulla chiusura e l’arroccamento per sconfiggere la cifra del nostro tempo: l’insicurezza globale ed esistenziale. Dobbiamo cercare di far riflettere soprattutto i giovani – ha insistito Dei – che le paure, anche fondate, vanno vinte con il ragionamento e con la consapevolezza che è possibile governare anche fenomeni complessi come le migrazioni».