Si annuncia come il “governo del cambiamento” e sono sinceramente curioso di vedere cosa riuscirà a fare per modernizzare l’Italia dopo oltre due decenni di velocità ridotta, se non proprio di immobilismo. Ma sul tema che mi è più caro – quello del turismo – si può già dire che il governo Movimento 5 Stelle – lega guidato da Giuseppe Conte ha iniziato nel modo peggiore.

Ci troviamo infatti di fronte ad un settore che pesa per il 10% della ricchezza nazionale e dei posti di lavoro che, pirandellianamente, è in cerca di autore, ovvero di un ministro competente. O peggio: la delega del turismo è stata ufficialmente assegnata al Ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli, che eredita così per intero il “pacchetto” di deleghe del predecessore Franceschini, ma un minuto dopo la lettura ufficiale al Quirinale, Gian Marco Centinaio ha dettato alle agenzie di stampa: «Per il momento sono solo ministro dell’agricoltura ma aspetto la delega al turismo. Sarà sicuramente presto, al prossimo Consiglio dei ministri. Se non quello di oggi quello successivo».

Povero turismo: adesso potrebbe finire ad essere inglobato addirittura insieme all’agricoltura, in un ministero in cui hanno tutt’altre cose a cui pensare. Meno male che questo balletto di competenze e di aspirazioni non incide minimamente sulle sorti del turismo italiano in termini di arrivi, pernottamenti, pasti al ristorante, biglietti staccati ed occasioni di shopping. Mi viene da ringraziare ogni mattina, come fosse una preghiera laica, il fatto che il turismo italiano continui a stare agganciato alla crescita mondiale del settore, senza dipendere da un Bonisoli o da un Centinaio, persone senz’altro di buona volontà, ma mai sentiti prima.

Mi suscita anche un filo di benedetta ilarità, questo tentativo di avere una che delega garantisce visibilità sui social e sui giornali, ma pochi poteri e pochi soldi da spendere a livello nazionale. Mi sembra grottesco  sgomitare per mettersi il distintivo di “ministro del turismo, fra le altre cose”…