Convocato per domani a Torrita di Siena il Consiglio comunale per approvare il via libera alla richiesta alla Regione Toscana di avvio del procedimento per la fusione con il comune di Montepulciano, che prevede il referendum. Il Consiglio comunale della città del Nobile, infatti, ha già deliberato lo scorso 14 marzo. La tensione a Torrita sale e insieme all’intervento del Comitato per il No che fa un appello ai consiglieri comunali torritesi, si registra in queste ore quello di un gruppo di iscritti del Partito Democratico che prende le distanze dalle decisioni che verranno prese dal loro partito che governa il comune con il sindaco Giacomo Grazi.
«Premesso che, ripetutamente, gli stessi hanno richiesto ai competenti organismi politici locali, sia verbalmente che per scritto, come da corrispondenza (sotto riportata), la convocazione dei circoli al fine di una riflessione ed una discussione interna sulla Fusione prima che il Consiglio Comunale decidesse in materia. Considerato che a tutt’oggi le nostre richieste non hanno avuto alcun esito prendiamo le distanze da ogni e qualsiasi decisione, sia politica che amministrativa, in merito al procedimento di fusione dei Comuni di Torrita di Siena e Montepulciano». Un sasso nello stagno da parte di un gruppo consistente di iscritti al Pd capitanato da Luca Romani.
Molto dura poi anche la presa di posizione dei Comitato per il No che a Torrita si è costituito subito dopo le prime notizie di tentativo di fusione e che parla di autentico sopruso, minacciando anche le vie legali.
«Con la presente vi chiediamo di non commettere anche voi questo vero e proprio sopruso nei confronti dei cittadini di Torrita. La parola sopruso vi sembra troppo forte? Noi invece pensiamo proprio di NO, e vi spieghiamo anche il perché! La domanda che dovete porvi è se in questa vicenda della fusione avete svolto correttamente il vostro ruolo di Consiglieri Comunali».
Il comunicato spiega poi che il 12 ottobre 2016 è stata votata e approvata la delibera in cui il Consiglio Comunale impegnava “Sindaco e Giunta Comunale affinché si facciano promotori di ogni possibile azione ad ogni livello istituzionale affinché il progetto di fusione possa realizzarsi solo ed esclusivamente nel pieno rispetto della volontà popolare espressa a maggioranza dei votanti (50%+1) distintamente in entrambe le comunità”. «Vogliamo sapere – chiede il Comitato -, e con noi i torritesi, se avete dato seguito a quella delibera da voi stessi votata, quindi se l’avete inviata in Regione Toscana (fateci vedere il protocollo di consegna), se vi hanno risposto e che cosa vi hanno risposto. Se non l’avete fatto vuol dire che avete preso in giro i Cittadini torritesi e quindi dovete fermarvi immediatamente!
Nella delibera votata a Montepulciano il 14 marzo scorso c’è scritto di proporre la formulazione del quesito Referendario nel seguente tenore: [Premesso che il processo di fusione sarà avviato solo in caso di raggiungimento della quota del 50% più uno dei voti favorevoli in ciascun Comune “Volete che sia istituito il nuovo Comune denominato “Montepulciano e Torrita di Siena” mediante la fusione tra i Comuni di Montepulciano e Torrita di Siena?” ] Si dice che questo dovrebbe essere il tenore, ma il contenuto del quesito potrebbe essere solo quello messo tra virgolette. Inoltre nel passaggio successivo c’è scritto, “di dare atto che la fusione dei due Comuni si effettua con Legge Regionale, dopo aver consultato le popolazioni interessate. Quindi questo successivo richiamo alla legge regionale potrebbe far decadere la premessa sopra e demandare tutto alla legge regionale che, come sapete, non tiene conto del risultato nel singolo Comune, ma la somma dei voti dei Comuni interessati.
Sempre il Comitato chiede poi ai Consiglieri se hanno vigilato sul processo partecipativo in questo anno e mezzo. «Avete verificato se c’è stata effettivamente la partecipazione dei Cittadini al processo partecipativo, pagato con i soldi dei contribuenti? La risposta la sappiamo già, sia noi che Voi, i Cittadini non sono stati minimamente coinvolti e informati sul processo di fusione, eppure avevate l’obbligo di vigilare e di coinvolgere tutti i Cittadini. È stata distribuita una brochure a meno del 20% dei Cittadini torritesi in cui c’erano le date degli incontri e dei punti di informazione».
«Siccome questo pseudo processo partecipativo è stato pagato con soldi pubblici, statene certi che la nostra denuncia non finirà qui, ma verrà inoltrata nuovamente dai nostri avvocati alla regione Toscana e anche alla Corte dei Conti per denunciare lo sperpero di soldi pubblici. Vi vogliamo proprio vedere come farete a dichiarare che i Cittadini sono stati adeguatamente informati sulla fusione, quando sapete che così non è stato!».
«Quindi, cari consiglieri comunali, votare la delibera per chiedere alla Giunta Regionale l’avvio della procedura di fusione, pur sapendo che i Cittadini non sono stati per niente informati, equivale ad un vero e proprio Sopruso! Per non parlare dell’impegno che avevate preso alla festa de l’Unità di Montefollonico del 2016, di fare 100 assemblee prima di inviare la richiesta di avvio della procedura di fusione in Regione Toscana. A Torrita non avete fatto lo straccio di un’assemblea degna di questo nome! Inoltre vi ricordiamo il peccato originale: nel programma con cui siete stati eletti la fusione del nostro Comune non c’era! Continuare a ripetere la storiella che tanto ci sarà il referendum e saranno i Cittadini a decidere, non regge più, in quanto i Cittadini non sono stati volutamente informati da parte vostra perché il Sindaco Grazi sa perfettamente che i torritesi sono contrari alla fusione, non saprebbe come giustificarla, perché i vantaggi non ci sono, e quindi non vuole metterci la faccia.