Casentino e Valtiberina aree pilota in Toscana per un progetto sulla valorizzazione delle aree interne. Oltre 1300 kmq di territorio, 17 comuni coinvolti per una serie di interventi del valore di 10milioni e 400 mila euro finanziati con un accordo di programma interministeriale (sei i dicasteri che hanno sottoscritto l’accordo di programma). A beneficiare del progetto circa 66.500 residenti, a cui sarà garantito un maggior accesso ai servizi oltre a pratiche innovative di sviluppo locale. La parte di finanziamento statale è già nella Finanziaria 2017, quella regionale verrà erogata tramite specifici bandi.
Linee di intervento Sei le principali linee di azione e riguardano l’attivazione di nuovi servizi di cura domiciliare e semiresidenziale, il potenziamento dei servizi di istruzione, lo sviluppo di filiere economiche legate alle attività boschive, la crescita dell’agricoltura potenziando il mercato interno e favorendo processi di distribuzione e trasformazione dei prodotti. C’è poi il capitolo che riguarda l’agricoltura sociale, lo sviluppo dei servizi dedicati al turismo, compresi cammini e piste ciclabili, i servizi di mobilità flessibile. Al centro del progetto il bosco, il welfare (tra gli obbiettivi anche la diffusione di defibrillatori dove al momento non sono presenti), i diritti di cittadinanza, l’educazione e la formazione, il turismo sostenibile, i trasporti di prossimità. «Si conclude positivamente un lavoro duro, iniziato nel 2015, fatto di pratiche e presentazione di progetti, di continui confronti fra amministratori e tecnici delle due vallate, di elaborazione e valutazione di tante proposte» – ha detto Massimiliano Mugnaini, portavoce del progetto Aree Interne ed ex Sindaco di Montemignaio. «Questa firma è un traguardo perché sancisce l’attribuzione dei fondi per i progetti presentati – prosegue Mugnaini – ma è anche un punto di partenza verso una fase operativa che nei prossimi anni renderà possibile intervenire in settori strategici. Il nostro obiettivo principale è quello di contrastare lo spopolamento delle zone rurali montane cercando di superare limiti infrastrutturali e promuovendo le migliori risorse di queste terre».
Sostegno alle aree periferiche Le risorse, pur ricadendo su tutto il territorio, vedranno azioni più numerose in 9 comuni periferici – su 17 – e cioè quelli con maggiori problematiche. Si tratta di aree che presentano dati peggiori su invecchiamento della popolazione, scuole (abbandono, mantenimento dei plessi), mortalità aziendale e alle difficoltà territoriali. «Circa 30 milioni di italiani vivono nel 15% del territorio – conclude Mugnaini – se continueranno a contare solo le logiche dei grandi numeri noi e i nostri territori non avremo possibilità di sopravvivere. Questa può essere un’opportunità per zone come le nostre a patto che la burocrazia ci consenta di agire in tempi certi e con la necessaria concretezza».