Sono quasi 600mila in Italia le imprese guidate da stranieri; il 9% di queste si trova in Toscana, dove alla fine del 2017, se ne contano 54.852. E’ quanto comunica in una nota Unioncamere Toscana a partire dai dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio. La componente straniera dell’imprenditoria acquista sempre più spazio nel panorama nazionale, ed ancor più in Toscana, dove la percentuale di imprenditori stranieri ha raggiunto a fine 2017 il 13,2% (su un totale di 414.353 imprese registrate), quasi tre punti percentuali e mezzo al di sopra della media italiana (9,6%).

Grazie alle imprese straniere saldo positivo Il loro numero si è inoltre incrementato di 1.637 unità (il 38% dell’intero saldo annuale di imprese a livello regionale), come risultato della differenza tra 5.858 aperture e 4.221 chiusure: senza il contributo di questa componente, il saldo imprenditoriale della Toscana, nel 2017, sarebbe stato negativo, come pure in Veneto, Liguria e Marche. In altre regioni (Piemonte, Emila-Romagna), l’apporto dell’imprenditoria straniera ha invece contribuito significativamente ad attenuare la forte contrazione di quella autoctona, pur non riuscendo a ribaltare il segno negativo del saldo complessivo.

Prato la provincia regina Geograficamente, la regione più attrattiva per l’insediamento di imprenditori stranieri è la Lombardia con 114mila unità, seguita a lunga distanza dal Lazio (77mila) e dalla Toscana (55mila). Guardando alla dinamica del 2017, l’area a maggior tasso di crescita delle iniziative di stranieri è stata la Campania (+6,1% in regione, +9,6 a Napoli) seguita dalle Marche (+4,5% nel complesso e +8,8% a Macerata) e dal Lazio (+4,3%). La provincia “regina” per concentrazione di imprenditoria straniera resta saldamente Prato, dove il 27,8% delle imprese è a guida straniera. A oltre dieci punti di distanza seguono Trieste (16%) e Firenze (15,8%).