È raddoppiato in 3 anni, in Italia, l’utilizzo dei farmaci nella terapia del dolore, ed in particolare dei farmaci oppioidi. La metà delle regioni però non è pienamente adempiente nel garantire quantità e qualità delle cure palliative in base a quanto previsto dai Livelli essenziali di Assistenza. È quanto emerge dal rapporto trasmesso dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin al Parlamento, sullo stato di attuazione della Legge n.38 del 2010 sull’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. Il triennio 2011-2013, riporta il monitoraggio, ha visto una crescita del 48% dell’utilizzo di analgesici derivati dall’oppio nel nostro Paese. Con i valori più elevati di utilizzo che si registrano in Toscana, Piemonte, Lombardia e Veneto.
I numeri L’incremento della spesa è però più sensibile nelle regioni che partivano da un basso livello iniziale e tocca il 73% in Campania (73%), 69% in Puglia, 68% nel Lazio. Al di sotto del tasso di crescita nazionale Basilicata (39%), Abruzzo (40%) e Sardegna (40%). Tuttavia, dal rapporto emerge che nel garantire il pieno accesso alla terapia del dolore, diritto di tutti i cittadini contemplato nei Livelli Essenziali di Assistenza, persistono sensibili differenze regionali. Pienamente adempienti sono, infatti, solo nove regioni (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Veneto), adempienti con impegno a migliorare cinque regioni (Abruzzo, Campania, Sicilia, Toscana e Umbria), inadempienti Lazio e Molise.