Vietare l’utilizzo di sale e spazi all’interno delle sedi del Consiglio regionale toscano alle associazioni o manifestazioni che si richiamano al fascismo o che abbiano orientamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi e discriminatori. Lo chiede una mozione presentata dal Pd (e sottoscritta da Art.1-Mdp), approvata a maggioranza dopo un lungo dibattito. Hanno votato contro Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Sensibilizzare i Comuni Il testo, illustrato dalla consigliera Alessandra Nardini, impegna l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ad intervenire sul proprio regolamento e invita la Giunta ad approvare un analogo provvedimento, anche per sensibilizzare i Comuni che ancora non l’hanno fatto ad adottare iniziative simili. La mozione ricorda il numero crescente di manifestazioni legate al razzismo, alla xenofobia, all’apologia del fascismo ed episodi di cronaca, accaduti anche in Toscana, quali le minacce al sindaco di Massarosa (Lucca) o gli insulti al parroco del Comune di Pistoia. Richiamando la legge regionale 38/2002 (Norme in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della resistenza e di promozione di una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli), nel testo si ribadisce l’importanza di mantenere la memoria storica e si da atto alla Regione di aver avviato un’attività di monitoraggio per contestare atteggiamenti che si richiamano al fascismo. Viene infine ricordato l’appello lanciato dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia, e già raccolto dai Comuni di Prato, Siena, San Giuliano Terme (Pi) che hanno approvato specifici atti nei rispettivi consigli comunali, che invita le istituzioni pubbliche a vietare la concessione di spazi pubblici ad associazioni o movimenti ispirati ai disvalori del fascismo e del nazismo.