Si alzano i toni e continua la protesta contro il deposito cauzionale in bolletta dal 6 agosto deciso da Nuove Acque . Dopo le polemiche del Comitato per l’acqua pubblica anche Cgil e la principale associazione dei consumatori vanno all’attacco.
Tutti contro il deposito cauzionale Da questa mattina è cominciato l’afflusso dei cittadini alla Federconsumatori per partecipare allo “sciopero delle bollette”, cioè per pagarle senza la quota della cauzione. Un centinaio di persone si sono già presentate agli uffici dei consumatori e se ne prevede l’arrivo di molte altre nei prossimi giorni, dato che ancora parecchie bollette non sono state recapitate, almeno in città.
«Quella bolletta non va pagata» Cgil e Federconsumatori sono uniti contro l’introduzione del deposito cauzionale. L’incontro con l’azienda di qualche giorno sembrava aver smorzato le tensioni e avvicinato le posizioni ma evidentemente non è così. «Tra l’esito dell’incontro e il comunicato stampa conclusivo hanno fatto un altro dietro front- sostiene Pietro Ferrari, presidente della Federconsumatori – Avevano almeno garantito di impegnarsi a non inviare il pagamento della seconda rata: a noi non sarebbe bastato comunque ma non c’era neanche quello, anzi c’era il contrario»
«Pagheremo solo i consumi. Nessun rischio di tagli al servizio idrico» «Ogni utente è invitato a pagare la bolletta solo sui consumi, riducendo la parte relativa al deposito cauzionale – prosegue Ferrari -. La quota è specificata. Qui abbiamo i bollettini pronti per spedire la contestazione direttamente all’azienda. Noi chiederemo sul filo del contratto di servizio risposte e impegni nel giro di una settimana, al termine della quale dovrà essere convocato un tavolo di conciliazione alla Camera di Commercio. Non temiamo un taglio del servizio idrico».
La parola ai consumatori Sindacato e Federconsumatori, insieme al Comitato per l’acqua pubblica mettono la loro struttura a disposizione degli utenti che, entro il 6 agosto, dovranno scegliere autonomamente se e cosa pagare.
Il 31 luglio vertice Nuove acque in Comune Intanto è stata convocata il 31 luglio alle 17 in Palazzo Comunale ad Arezzo una riunione congiunta delle commissioni consiliari bilancio, finanze, tributi, partecipazioni, controllo e garanzia. Al centro l’incontro con Enrico Valentini, rappresentante di parte pubblica (area aretina) nel consiglio di amministrazione di Nuove Acque. È il primo di una lunga serie di incontri con i rappresentanti nelle partecipate e il primo confronto istituzionale sulla vicenda della cauzione.
Scontro aperto in consiglio comunale Luigi Scatizzi, di Popolari per Arezzo, è tornato sul tema delle tariffe idriche e sul deposito cauzionale: «Chiedo al sindaco un confronto con Nuove Acque che determini la riconsiderazione delle scelte fatte». Sullo stesso tema si è scagliato il consigliere 5 Stelle Daniele Farsetti: «siamo di fronte alla mancanza di coordinamento politico da parte del sindaco nei confronti dei rappresentanti espressi dal Comune nel CdA di Nuove Acque. Un socio al 12% che esprime un consigliere nel CdA, non può apprendere questa notizia dai giornali». Francesco Francini, capogruppo del Popolo delle Libertà, ha aggiunto che «appare anomalo che il deposito cauzionale non sia previsto per i clienti che utilizzano la domiciliazione bancaria per il pagamento».
La replica del sindaco Fanfani: «Non ero informato, presto un confronto diretto con Nuove Acque» Tante polemiche e tanti quesiti a cui il sindaco Giuseppe Fanfani ha risposto affermando di star «lavorando ad un confronto pubblico con Nuove Acque e credo che i servizi primari non possono essere gestiti attraverso l’intervento speculativo del privato. Quest’ultimo non è un benefattore e le aziende private o guadagnano o muoiono. Se un servizio primario viene affidato ad un privato, allora è inevitabile che esso lavori per gli utili. La decisione sul deposito cauzionale non mi era stata preventivamente comunicata – ha aggiunto il primo cittadino -. Nessun sindaco era stato informato e quindi non c’era stato alcun serio confronto su un tema così importante. Nuove Acque mi ha comunicato che a fronte di insoluti – che devono essere, secondo l’azienda, ribaltati in tariffa – la società ha pensato di prevenire il problema adottando il deposito cauzionale. Se ci sono insoluti, il dovere primario di chi gestisce il servizio è di recuperarli uno per uno, senza ribaltarli in tariffa. Non è poi pensabile costringere persone anziane ad aprire un conto corrente bancario apposta per il pagamento della bolletta idrica. Infine c’è la questione del monopolio del servizio: il cittadino non ha alternative».