Il “Distretto Rurale della Toscana del Sud” è realtà dopo che, con proprio decreto dirigenziale, la Regione Toscana ne ha disposto il riconoscimento. Capofila è la Camera di commercio della Maremma e del Tirreno, Il distretto comprende la provincia di Grosseto ed in parte le province di Siena, Livorno e Arezzo.
Chi aderisce Sono 41 gli enti sottoscrittori: oltre alla Camera della Maremma e del Tirreno, le Camere di Commercio di Siena e Arezzo, 14 comuni grossetani, 17 comuni della provincia di Siena, 2 comuni aretini e uno livornese, 3 unioni dei comuni dell’area grossetana e la Provincia di Grosseto. Aderiscono inoltre 15 soggetti privati e associazioni di categoria dei territori di Grosseto, Livorno, Siena e Arezzo.
Il presidente Breda: «Riconosciuta la specificità del territorio» «Si tratta di un primo importante risultato, raggiunto in tempi strettissimi – è il commento del presidente Riccardo Breda – la Regione riconosce la specificità del nostro territorio come baricentro di un’area di sviluppo fondata sull’agroalimentare. Si tratta di un momento storico, che potrà aprire alla possibilità di avere concreti finanziamenti a livello nazionale, in grado di dare una spinta propulsiva verso l’innovazione e la strutturazione agroindustriale delle quali la nostra economia ha bisogno. Il prossimo passo sarà la presentazione del progetto al ministero, il prossimo 29 gennaio»
L’assessore Remaschi: «Mettersi insieme per mete ambiziose» «Il riconoscimento del distretto rurale della Toscana del sud è l’esempio di quanto sia importante che le istituzioni a tutti i livelli, le organizzazioni professionali e le imprese lavorino con un obiettivo comune – dichiara l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi – mettersi insieme certamente è un lavoro impegnativo e faticoso, ma solo in questo modo si possono raggiungere mete ambiziose come lo sviluppo dell’agroalimentare non solo della Toscana del sud, ma dell’intera Regione. Le nostre produzioni hanno dimostrato potenzialità tali da collocarli ai vertici dell’agroalimentare su scala mondiale ed in larga parte ancora da sfruttare appieno».