Nel giorno del ricordo, quello della memoria, è tornato a respirare anche l’ultimo angolo di paradiso davanti a Giglio Porto; lo specchio d’acqua di Punta Gabbianara e dello Scalettino, questa mattina brillavano illuminati da un sole quasi irreale. I pontoni che hanno occupato il luogo del naufragio per anni erano lontani, non definitivamente – mancano ancora gli ultimi venti giorni di operazioni. Ma la vista era di quelle che non si ricordavano da tempo. A sei anni di distanza l’Isola del Giglio non ha voglia di dimenticare la tragedia che l’ha investita la notte del 13 gennaio del 2012. Una messa per ricordare le vittime, una corona di fiori in mare e una fiaccolata fino al molo rosso, a quella targa con incisi i nomi delle 32 persone che persero la vita nel naufragio della Costa Concordia.
La giornata della memoria Quella data è diventata da due anni, per volontà dell’amministrazione comunale, la ‘giornata della memoria’. La piccola isola dell’arcipelago toscano non dimentica «un compito morale che ogni gigliese sente nei confronti dei familiari delle vittime, lontani da questa cerimonia, quasi fossero qui con noi» ha detto il sindaco Sergio Ortelli a conclusione della messa di celebrazione del VI anniversario. «Un’isola e un intero comprensorio – ha aggiunto Ortelli – seppero dare grande prova di solidarietà, coraggio e generosità per soccorrere le migliaia di persone coinvolte nelle convulse operazioni di salvataggio. Sono trascorsi sei lunghissimi anni e l’isola ha mantenuto la sua immutata identità».
Le testimonianze Nella chiesa dei santi Lorenzo e Mamiliano a Giglio Porto, proprio quella che la notte del naufragio aprì le sue porte e accolse centinaia di naufraghi infreddoliti e impauriti, non hanno voluto far mancare la loro presenza rappresentanti delle istituzioni, soccorritori, forze di polizia e membri di Costa Crociere. «Pur essendo una giornata di dolore e di memoria per me è anche una giornata in cui ho potuto incontrare nuovamente tante bellissime persone che vivono su quest’isola e a cui io sono profondamente legato» ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli al tempo del naufragio Capo del dipartimento nazionale di protezione civile. Fu lui a coordinare lo stato d’emergenza fino alle operazioni di rimozione della nave nel 2014. «In questi anni – ha detto il parroco Don Lorenzo durante l’omelia – abbiamo incontrato naufraghi e familiari tante volte; ad ognuno di loro abbiamo sempre detto che quella notte abbiamo fatto e soprattutto che l’abbiamo fatto con il cuore». Al Giglio è arrivato anche il comandante della Capitaneria Gregorio De Falco, l’uomo che intimò a Francesco Schettino di tornare a bordo. “Qui ho lasciato una parte della mia esistenza, della mia vita professionale – ha detto – E’ un’emozione anche se naturalmente ci sono state 32 vittime. Ma quando posso ritorno sempre perché per me è importante”.
Gigliesi, bella gente Sull’isola non c’erano naufraghi o familiari delle vittime. Ma Kevin Rebello, fratello di Russel l’ultimo corpo ad essere estratto dalla Concordia dopo il trasferimento a Genova, ha voluto indossare la felpa dell’Isola del Giglio e ha postato una foto su facebook: ‘dedicato al mio fratellino, all’isola del Giglio e alla sua bella gente’. Lo specchio di acqua davanti al porto da alcune settimane è tornato libero, perché i lavori di ripristino ambientale si sono interrotti; ‘nel momento in cui riprenderanno – ha fatto sapere la regione Toscana – potrebbero bastare una ventina di giorni per ultimarli’.